Per il suo popolo, qualche minuto prima, il pastore aveva pregato intensamente inginocchiandosi in adorazione davanti alla Santa Eucarestia. Perché essa, ha detto il presule, è il «dono più grande e prezioso» per noi cristiani, attraverso il quale «Cristo si fa nostro contemporaneo» e allo stesso tempo «noi diventiamo suoi contemporanei», stabilendo un «contatto vivo e reale tra la nostra e la sua vita». La celebrazione eucaristica, infatti, non è una «commemorazione civile» di un personaggio del passato ma un «memoriale, la ripresentazione vera e reale, anche se nel mistero, di Nostro Signore Gesù Cristo». Per questo non possiamo accettare che «troppi cristiani disertino la Messa domenicale», come purtroppo sempre più spesso avviene. Di Donna ha esortato tutti ad essere «assidui» perché «vivere l’eucarestia è la misura alta della vita cristiana». Essa «alimenta e sostiene il nostro cammino di pellegrini e stranieri» in questo tempo.Ma se è vero che non bisogna essere cristiani «anoressici», a digiuno di eucarestia, è altrettanto grave il rischio di diventare «bulimici», dimenticando che l’Eucarestia «esce per le strade» e alimenta la vita della città, che tanto ha bisogno del «pane del lavoro, della salute, della casa e della cultura», ricordando allo stesso tempo che «senza di Lui non possiamo andare avanti», perché noi siamo «cittadini in terra straniera, pellegrini in cammino verso la patria vera e definitiva», ha ammonito ancora Di Donna parlando della singolare coincidenza della Festa del Corpus Domini con quella dei Santi Patroni Cuono e Figlio, che «grazie al nutrimento dell’eucarestia poterono fino alla fine, senza fare passi indietro, diventare martiri per la loro fede in Gesù Cristo». La loro festa è stata rimandata a sabato 4 giugno.La sera del 29 maggio ancora una volta in migliaia hanno confermato che «la Festa del corpo e sangue del Signore è particolarmente cara al popolo cristiano», ha ricordato monsignor Antonio Di Donna invocando la benedizione del Signore sulla «nostra città che ne ha tanto bisogno». Al primo banco in Cattedrale il sindaco Raffaele Lettieri, il vicesindaco Tito D’Errico e il Comandante della Polizia Municipale Felice D’Andrea.Un omaggio doveroso infine da parte del vescovo alla Comunità «periferica» della parrocchia san Carlo Borromeo di Pezzalunga guidata dal parroco don Stefano Maisto, grazie alla quale, con il sostegno anche del Comune, è stato possibile realizzare ancora una volta quest’anno la bella Infiorata, dedicata all’Anno santo della misericordia in corso, segno visibile di una «città trasfigurata» per la quale tutti dobbiamo offrire il nostro contributo.
Una Chiesa viva
La presenza straripante di popolo in preghiera
«Dio vi benedica veramente! Continuiamo a camminare insieme dietro a Gesù Cristo come abbiamo fatto stasera, certi che Lui è il sempre fedele e non ci abbandona mai. Buon riposo a tutti». Un vescovo stanco ma felice ha salutato ieri l’enorme folla che ancora alle nove di sera gremiva la Cattedrale dopo aver camminato in processione per le strade di Acerra.