Davanti a questa parola possiamo sentirci piccoli piccoli, avvertire resistenze e pensare che per noi sia impossibile viverla. “Sì, va bene impegnarsi ad essere buoni, ad amare il prossimo, a dare da bere agli assetati, ma amare i propri nemici, fare del bene a quelli che ci odiano, benedire coloro che ci maledicono, pregare per coloro che ci trattano male… ci sembra pretendere troppo da noi comuni mortali”.
Eh, sì, Gesù oggi pretende proprio troppo, ma se ci spaventiamo è perché consideriamo solo ciò che ci viene chiesto invece di considerare ciò che ci è stato già donato. Gesù ci chiede troppo perché lui stesso ha esagerato nell’amore, ci ha dato già tutto se stesso! E lo fa anche oggi donandosi a noi come Pane di vita nell’eucaristia. Colui che ci chiede di amare i nemici, ci ha amati gratuitamente, quando eravamo ancora peccatori [nemici] (cf Rm 5,8) e ogni volta che pecchiamo possiamo ritornare dal Padre e questi ci accoglie, ci perdona, fa festa (cf Lc 15,20ss) non solo una o due volte, ma sempre (cf Mt 18,22). Gesù ci invita ad amare anche i nostri nemici, ad esagerare nell’amore, perché siamo figli di questo Padre che «è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi», perché «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità; salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia… Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Come dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono». Noi siamo amati così perciò possiamo amare anche i nostri nemici, fare del bene senza sperarne nulla in cambio, senza giudicare, senza condannare.
«Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano». I cristiani si riconoscono proprio dal modo esagerato di amare. Gesù si rivolge a coloro che lo ascoltano, oggi si rivolge a noi che stiamo qui e ascoltando la sua parola abbiamo reso grazie a Dio e al termine del Vangelo lo abbiamo lodato. Ascoltarlo, quindi, è una condizione necessaria affinché possiamo vincere ogni resistenza lasciandoci illuminare dalla sua parola, considerando la gratuità del suo amore.
Questa parola ci riempie di gioia, ci lusinga perché ci parla della fiducia che Dio ha in noi. Il Signore ci chiede di essere come lui, buoni e grandi nell’amore, ci vuole liberare dalla tristezza dell’odio, dal fare del bene solo per avere il contraccambio, ci vuole far gustare fino in fondo la libertà dei figli di Dio, la libertà che ha portato Gesù a dire dalla croce: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Sì, amare i nemici è una delle cose che supera le nostre capacità umane, ma è ciò che caratterizza i cristiani, il loro distintivo e «ci induce ad andare incontro a tutti con cuore di fratelli» (Papa Francesco). Non seguiamo Gesù se non tendiamo a questo amore gratuito, se non cerchiamo di vincere ogni resistenza. Gesù «sa benissimo che amare i nemici va al di là delle nostre possibilità, ma per questo si è fatto uomo: non per lasciarci così come siamo, ma per trasformarci in uomini e donne capaci di un amore più grande, quello del Padre suo e nostro» (Papa Francesco). Perciò quando ci sembra impossibile perdonare chi ci ha offeso – che non significa favorire le ingiustizie – ricordiamoci che non siamo soli, che abbiamo già ricevuto il perdono perciò è nelle nostre possibilità perdonare. Ricordiamoci di ciò che diciamo nel Padre nostro: «rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Il Signore, nella sua bontà e sapienza, ci dona tutto per amare così: la sua parola, il suo Corpo, il sacramento della confessione, l’esempio dei santi, fa di tutto per rendere il nostro cuore simile al suo.
Maria, Madre di misericordia, ci sostenga e ci aiuti ad essere misericordiosi come il Padre. Coraggio, esageriamo nell’amore!
d. Alfonso Lettieri