A chi e cosa pensiamo quando parliamo dello Spirito Santo? Si corre il rischio di pensare allo Spirito e allo spirituale come qualcosa che non puoi toccare, che sta al di sopra della vita concreta, che ha a che fare “semplicemente” con la preghiera, con i pensieri… Invece, non c’è nulla di più concreto e sperimentabile dello Spirito. Nel Credo diciamo che lo «Spirito è Signore e dà la vita», cioè che è Dio e ci fa vivere. Prima di ascendere al Padre, Gesù ci ha rassicurato che non ci avrebbe lasciato soli: «io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Egli rimane presso di voi e sarà in voi» (Gv 14,16-17). È un dono necessario, tanto che Gesù dice: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore» (Gv 16,7). Agli apostoli ordina di restare a Gerusalemme, di attendere il dono dello Spirito (cf At 1,4-5): «riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni» (At 1,8). Infatti, ricevuta la forza dello Spirito, gli apostoli che hanno lasciato solo Gesù quando è stato arrestato (cf Mt 26,56) hanno iniziato ad annunciare la sua risurrezione (cf At 2,14.32). Come ha fatto con loro fa con ciascuno di noi, ci può trasformare radicalmente: il pauroso in coraggioso, il timido in estroverso, il persecutore in apostolo, il peccatore in santo…
Paragonandosi alla vite vera e parlando a noi come suoi tralci (cf Gv 15,1-8), Gesù ci ha detto: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), proprio come il tralcio che non porta frutto se si stacca dalla vite. Se senza di lui non possiamo fare nulla, allora tutto facciamo grazie a lui e attraverso lui. Tutto! Infatti, i doni di Dio sono per la nostra vita quotidiana, servono per ciò che facciamo e il dono più grande è proprio lo Spirito Santo. È lo Spirito che ci dona ogni giorno la vita, in lui riceviamo la forza per andare avanti e affrontare ogni cosa: senza la sua forza nulla è nell’uomo! Da lui i genitori ricevono la grazia per accogliere i figli, la pazienza per educarli, la sapienza per guidarli; dallo Spirito riceviamo la perseveranza nel bene, la costanza nel lavoro e nello studio; è lo Spirito che sostiene l’impegno per il bene comune, è la sua luce che ci aiuta a discernere il bene dal male, dona forza per vincere le seduzioni del mondo e l’illusione della falsa gioia; è lo Spirito che ci aiuta a scegliere quale strada percorrere, dove realizzare la nostra vita. È lui che dona la capacità di consolare, la sapienza per dare buoni consigli; da lui riceviamo la grazia di saper perdonare, la fedeltà alla parola data, il coraggio di ravvederci e di chiedere scusa, la gioia nel fare il bene, la forza per stare ogni giorno accanto ad una persona anziana o ammalata…
- Paolo dice che lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza (cf Rm 8,26a), quindi lo possiamo sempre invocare perché intercede per noi con gemiti inesprimibili (cf Rm 8,26): quando non so che scelta fare, non so cosa dire, quando non riesco a perdonare, quando devo incontrare una persona che so di non sopportare… chiedo aiuto allo Spirito: Vieni, Santo Spirito! Per ogni cosa siamo sostenuti dallo Spirito, veniamo arricchiti di grazie speciali, di carismi che ci rendono pronti a svolgere un lavoro e una missione (cf LG 12). Dio non fa attendere coloro che chiedono questo dono, dice Gesù: «il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono» (Lc 11,13). Tra poco sul pane e sul vino invochiamo lo Spirito e il Padre lo dona – sotto i nostri occhi! –, quelle offerte diventano il Corpo e il Sangue di Cristo; quando il vescovo impone le mani sui cresimandi, invoca lo Spirito e il Padre lo dona; nel battesimo i ministri invocano lo Spirito affinché scenda nell’acqua «la potenza dello Spirito» e il Padre lo dona. Così, non ci fa attendere ogni volta che lo invochiamo in nostro aiuto. Invochiamolo!
La Pentecoste, dunque, ci incoraggia, ci dice che a Dio tutto è possibile e che noi con il dono dello Spirito possiamo fare tutto.
Maria, Sposa dello Spirito Santo, ci aiuti a vivere con la consapevolezza di questo grande dono che Dio ci ha fatto.
don Alfonso Lettieri