La parola di questa domenica ci aiuta a riflettere sull’amore di Gesù per noi e sul nostro modo di seguirlo, di essere cristiani. Guardiamo il Signore che prende «la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme», di amarci fino alla fine. Lui è disposto a tutto per noi – salirà sulla croce – ma non impone niente a nessuno, perciò rimprovera i due che al rifiuto dei samaritani vogliono far scendere un fuoco che li consumi. Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra (cf Lc 12,49), però quello dell’amore, che non consuma ma «conquista il cuore delle persone, non con la violenza, ma con la libertà e i tempi di ciascuno» (Papa Francesco). Davanti al rifiuto Gesù non si scoraggia, non “la fa pagare” a nessuno, va oltre, continua il cammino «verso un altro villaggio», bussa alla porta di altri cuori; egli annuncia il Vangelo (l’amore di Dio per ogni uomo) ed è lui stesso a difendere chi non lo accoglie: si voltò e rimproverò i due discepoli. Chi ama veramente non pretende nulla, sa accettare anche un rifiuto: Dio continua ad amarci nonostante i nostri rifiuti quotidiani, i nostri peccati (cf Sal 102,10). È lui la libertà che ci ha resi liberi (cf II lettura) e mai costringerà qualcuno a seguirlo. Però se vogliamo seguirlo veramente, essere cristiani, è necessario avere il suo stesso stile: noi siamo chiamati a seguire Gesù, non lui deve seguire noi (cf Mc 8,32-34). Seguirlo significa essere disposti ad una vita povera, non comoda, senza vantaggi, sicuri di una meta che va oltre questa vita (cf Gv 14,1-3), con l’unica sicurezza del suo aiuto e della sua fedeltà. Chi lo segue sperando di avere vantaggi su questa terra, rimane deluso o darà cattiva testimonianza al Vangelo.
Seguirlo significa mettere lui al primo posto, al centro della propria vita. Le risposte che Gesù dà agli altri due richiamano proprio questo primato e la necessità di essere decisi: loro vogliono andare uno prima a seppellire il padre, l’altro prima a salutare la famiglia; Gesù, invece, dice che prima di tutti e di tutto, per un amore vero, per una vita piena è necessario mettere lui, ed è necessario farlo subito, senza tentennare, senza rimandare. Oggi è il momento favorevole, oggi è il giorno della salvezza (cf 2Cor 6,2). Il “sì” a Gesù non contempla i “ma”, “però”, “aspetta”, “non sono ancora pronto/a”, “devo fare ancora una cosa”…
Maria, che ha saputo seguire Gesù fin sotto la croce, ci aiuti a superare l’idea di una sequela che ci assicuri una vita comoda, senza difficoltà; ci aiuti a perseverare quando per essere fedeli siamo chiamati ad affrontare avversità, fatiche e incomprensioni.
Essere cristiani è per i coraggiosi, chi sogna una vita comoda si trovi un altro maestro.
don Alfonso Lettieri