Come domenica scorsa (cf Lc 9,52) anche oggi Gesù manda dei messaggeri «davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi», devono portare il dono della pace, guarire i malati, annunciare che il regno di Dio è vicino. In questo invio c’è tutta la sua premura nel voler raggiungere tutti, infatti, il numero 72 indica tutti i popoli della terra (allora conosciuti): Dio vuole che il suo Vangelo, la sua pace, la sua salvezza arrivi a tutti.
Nella festa degli apostoli Pietro e Paolo, il Papa ha detto che il Sinodo ci chiama a diventare una Chiesa capace «di uscire dalle proprie prigioni per andare incontro al mondo», che «si lascia animare dalla passione per l’annuncio del Vangelo e dal desiderio di raggiungere tutti e accogliere tutti… giusti, peccatori: tutti, tutti!… nella Chiesa c’è posto per tutti». La Chiesa non è esclusiva, ma inclusiva perché Gesù è venuto per tutti a partire dai peccatori (cf Lc 5,31-32). E vedere un peccatore che si scopre amato è motivo di gioia. Perciò non solo i 12, ma altri 72 e altri ancora e l’invito a pregare perché non manchi chi annuncia il Vangelo con passione (non solo preti e suore).
Spesso ci lamentiamo della poca partecipazione alla Messa, alla vita della parrocchia, dell’indifferenza di molti, della perdita di valori umani e cristiani, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo? Traspare dal nostro modo di essere l’amore che abbiamo ricevuto da Gesù? Alla fine di ogni celebrazione, siamo pronti a dire a tutti “abbiamo incontrato Gesù”? Ci sforziamo di amare tutti? Abbiamo il desiderio di far incontrare gli altri con il Signore che dà senso e gioia alla nostra vita?
Non siamo soli, lo Spirito Santo ci spinge ad essere testimoni di Gesù, ci avvicina ad ogni uomo per donare amore, per portare la buona notizia della vicinanza di Dio. «In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr Mt 28,19) … Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù» (EG 120). Oggi il Signore manda noi, si fida di noi, ci invia «a due a due davanti a sé» perché il primo segno concreto dell’amore è la comunione. Scopriamo la bellezza di essere suoi apostoli (inviati), possiamo sperimentare anche noi la gioia di portare pace in una casa, vedere il sorriso e la serenità sul volto di un ammalato, trovare ovunque amici che ci accolgono, non provare rancore per chi ci rifiuta. Portando avanti la missione di annunciare il Vangelo, possiamo vedere anche noi come il male è vinto dal bene, l’uomo non più schiavo del peccato e sperimentare la protezione di Gesù, perché è lui il pastore che protegge noi agnelli dai lupi: «nulla potrà danneggiarvi».
Ci ha dato «il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni», cioè di essere signori del creato per curarlo e custodirlo, non per distruggerlo come sta succedendo. La tutela del creato – ha detto il Papa – «è responsabilità nostra, di ciascuno di noi. Non è una moda, è una responsabilità: il futuro della terra è nelle nostre mani e con le nostre decisioni!» (Angelus 29 giugno 2022)
La Vergine Maria tenga accesa in noi la passione per il Vangelo e ci renda credibili quando lo annunciamo.
don Alfonso Lettieri