Cari amici, nella festa di san Giuseppe, voglio farvi dono di questa poesia che spero possa aiutarvi a fare luce sul senso di questo difficile momento di crisi che ci vede tutti coinvolti.
Voci dall’aurora
Udì il profeta
un sibilo notturno,
ed egli, assopito,
repentino si destò.
Che mai questo zefiro sarà?
Si chiese scrutando tra i colori dell’aurora.
Poi d’un tratto il volto si coprì
e sulle ginocchia cadde
in ascolto del silenzio:
“Sono io, non temere.
Coraggio! Va! e non fermarti!”,
gli sussurrò la voce che
tacendo gli attraversò la mente.
Lui è qui? Disse, sulla scia d’un flebile respiro.
Lui è qui! Ed io non lo sapevo.
Lu chi? Domandò il discepolo.
Come tu non l’odi?
Replicò il profeta.
Dimmi maestro:
di chi è voce questo silenzio arcano?
Oh, è questa voce,
ribadì, alitandogli l’orecchio,
che fa profeta nella notte,
quando tanti rizomando
vanno in cerca del divino.
Fermati! tu che puoi,
esortandolo, lo intimò,
e posa qui il tuo cuore:
sul seno del Mistero.
Non senti?
Parla Dio … se vuoi.
Casperia, 19 marzo 2020
La poesia s’ispira ad un momento particolarmente delicato e difficile della vita del profeta Elia (cf. 1 Re 19, 1-18) quando, a seguito della minaccia della regina Gezabele che aveva deciso di ucciderlo, per via dei 400 profeti di Baal che il profeta aveva sconfitto e ucciso di spada, fuggendo sul monte Carmelo si ritrova in una crisi spirituale profonda. Dio sembra averlo abbandonato. In prossimità di un crollo psicologico e spirituale, si rivolge a Dio supplicandolo di liberarlo da quella situazione. Egli s’aspettava che Dio gli parlasse come al solito attraverso i segni tradizionali del terremoto, dell’uragano, dei lampi, tuoni e invece, dalla caverna nella quale il profeta si era rinchiuso, Dio gli si rivela nel mormorio d’un vento leggero. Questo rinnovato modo di rivelarsi di Dio, mette Elia nella condizione di dover affinare la sua sensibilità spirituale nel registrare il nuovo linguaggio di Dio, imparando così a fare attenzione anche agli elementi più piccoli e apparentemente insignificanti. Diverse sono le analogie e le affinità con la situazione nella quale ci troviamo. E forse anche per noi è giunto il momento di lasciarci interpellare da questo ‘segno dei tempi’ e imparare ad interpretarlo nella luce della fede.