Il Vangelo ci riporta di nuovo al giorno di Pasqua, quando nasce la Chiesa per il dono che Gesù risorto fa agli apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo». Sì, «Oggi è nata la Chiesa. È nata dallo Spirito Santo» (G. B. Montini), perché quel “piccolo gregge” impaurito e chiuso nel cenacolo ha ricevuto la forza promessa da Gesù per uscire ed essere suoi testimoni fino ai confini della terra, per continuare la sua stessa missione: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati». Lo Spirito è il dono necessario per la missione, è la forza che ci spinge e ci sostiene, la luce che illumina e ricorda tutto ciò che Gesù ha detto e fatto, solo Lui ci guida alla verità tutta intera. Oggi come allora, abbiamo bisogno di questo dono per essere una Chiesa viva, in uscita – come dice il Papa – ed essere «sale della terra e luce del mondo», perché se un cristiano non dà sapore, se la sua presenza non porta luce, non scuote le coscienze, non pone domande, non sta vivendo secondo lo Spirito (cf Gal 5,16-17). Il dono dello Spirito lo abbiamo ricevuto nel battesimo e ci ha resi figli di Dio (cf Rm 8,16) e, «ospite dolce dell’anima», abita dentro di noi (cf Gv 14,17; Rm 8,9): «il vostro corpo – dice san Paolo – è tempio dello Spirito Santo che è in voi» (1Cor 6,19). Non siamo mai soli, la promessa di Gesù di stare tutti i giorni con noi (cf Mt 28,20) è pienamente realizzata, Egli è «il compagno di ogni giorno» (Papa Francesco). Gli apostoli vengono trasformati a Pentecoste: il vento impetuoso dello Spirito spazza via ogni paura e come fuoco accende il loro cuore. Così fa oggi con noi: ci libera, ci lava da ogni peccato, «bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato». Invochiamolo per ogni necessità. Quando siamo nel buio del dolore e di ogni preoccupazione, basta un raggio della sua luce per illuminare la nostra vita, Lui è la «luce dei cuori». Siamo in un tempo dove sofferenza e angoscia imperano e le consolazioni del mondo ci lasciano sempre più vuoti, invochiamolo come «consolatore perfetto», solo in Lui troviamo il «dolcissimo sollievo» dalle nostre angosce. È un dono per la vita di tutti i giorni, infatti, viene in aiuto alla nostra debolezza (cf Rm 8,26), è il Paraclito, colui che sta dalla nostra parte, opera per il nostro bene, perciò lasciamolo entrare in tutto ciò che facciamo: nel lavoro, nelle occupazioni, nelle relazioni, nelle decisioni, nelle incomprensioni, chiediamo il suo Consiglio, mai ci negherà i suoi doni perché senza la sua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa, nulla possiamo fare bene: è solo lo Spirito che può rinnovare la terra ed ogni creatura – come abbiamo detto nel Salmo. La stessa fede senza lo Spirito non porta frutto, non cambia la nostra vita: gli apostoli hanno visto Gesù risorto, ma finché non ricevono lo Spirito restano chiusi nel cenacolo. Possiamo vedere la sua presenza dai frutti che produce: dove c’è amore, pace, pazienza, bontà, gioia, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di sé, lì c’è lo Spirito.
Si conclude oggi il mese dedicato a Maria, continuiamo a guardarla per imparare da Lei a seguire lo Spirito, a vivere i nostri carismi «per il bene comune» ed essere un “raggio di luce pasquale” per ogni persona che incontriamo.
don Alfonso Lettieri