Oggi la Chiesa ci invita a fissare lo sguardo in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo: un solo Dio in tre Persone. «Dio è comunione di amore… è una “famiglia” di tre Persone che si amano così tanto da formare una cosa sola» (Papa Francesco). Allora non si tratta di capire una teoria o di perdere la testa con i numeri (Tre e Uno), ma di lasciarsi riscaldare il cuore dall’amore, perché «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano» (1Cor 2,9). La Trinità, infatti, è mistero d’Amore, dove mistero non sta per qualcosa di inconoscibile, ma richiama la grandezza del dono che abbiamo ricevuto da Dio che in Cristo e per mezzo dello Spirito si è fatto conoscere, ci ha amati: «Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura» (DV 2). Infatti, siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio (cf Gn 1,26), siamo fatti per la relazione, per la comunione, per amare: «Non è bene che l’uomo sia solo» – ha detto il Creatore (Gn 2,18). Il mistero della Trinità non ci è estraneo, ma col battesimo siamo stati immersi in esso, siamo stati immersi in Dio, in Lui infatti «viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28). Perciò il salmista esclama: «che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato».
Allora la festa della Trinità è la celebrazione di Dio Amore (cf 1Gv 4,8) e ci ricorda che siamo fatti per stare in relazione con Dio, con gli altri e con il creato (cf Laudato si’ 66), per amare, per costruire comunione. E questo è possibile perché «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». La Trinità è per noi modello di relazione: come il Padre dà al Figlio tutto, così la condivisione tra noi rende salda la comunione; il Figlio è attento a non caricare i suoi discepoli di un peso insopportabile, così la nostra attenzione e delicatezza nei confronti degli altri e del creato ci aiuta a rispettare persone e cose senza sottometterle ai nostri interessi; lo Spirito dice ciò che ha ascoltato, così il nostro ascolto reciproco può favorire la reciproca conoscenza e relazioni autentiche.
Un inno di questa festa definisce la Trinità “oceano di pace”. Chiediamo che almeno una goccia da questo oceano possa cadere su ogni nazione in guerra, soprattutto sui cuori aridi di coloro che hanno tra le mani la sorte di popoli e nazioni, chiediamo che una goccia cada sul nostro cuore e ci renda veri operatori di pace. Amen
don Alfonso Lettieri