Una piccola Chiesa – «frazionata» in più comuni, ma «unita nella fede» – che chiede «carica di umanità» e «presenza» tra la gente. La Comunità di san Marco ha accolto con gioia e trepidazione il nuovo parroco don Marcello Lanza.
Nel giorno di sant’Andrea apostolo, la luce e l’amore di Dio hanno illuminato la piccola comunità alla periferia di Santa Maria a Vico, attraverso l’affetto dell’intera Chiesa di Acerra. Il vescovo monsignor Giovanni Rinaldi, il cancelliere don Antonio Cozzolino, il vicario foraneo don Domenico Papa, altri sacerdoti, diaconi e seminaristi della diocesi hanno accompagnato il nuovo parroco tra la gente accorsa numerosa. «Una Chiesa bella dello splendore riflesso di Dio».
Monsignor Rinaldi non ha mancato di richiamare «la dignità e compostezza» che «contraddistinguono da sempre» la Comunità di san Marco Trotti.
«La cosa più importante della nostra vita – ha detto durante l’omelia – è incontrare Gesù Cristo», che «suscita ed esplicita le domande fondamentali». Affidandoci a Lui, la vita «trova senso e cambia direzione; in Gesù Cristo si incontra la Chiesa, spazio vitale entro cui Dio si manifesta».
Rispondendo ad una domanda inespressa, ma viva nell’animo di chi riempiva i banchi della Chiesa, monsignor Rinaldi ha tratteggiato le caratteristiche del parroco, uomo di Dio «fedele, credibile e misericordioso», specialmente «in questo momento difficile che ha fatto soffrire tutti». La gente, ha aggiunto, vuole «vedere il prete in Chiesa mentre prega, nel confessionale ad offrire perdono, sull’altare intento a preparare l’eucarestia, momento più importante del suo ministero».
«Sappi annunciare la Parola sempre – ha detto monsignor Rinaldi a don Marcello. Intercedi, dall’alba al tramonto per il tuo popolo, come Gesù prega per la Chiesa. Dai tempo a Dio, perché Lui ha tempo per te. Offri a Dio la prima ora, per non dissipare le energie in cose meno importanti; prega per la tua nuova comunità, per quelli che sono in difficoltà e per quelli che vendono la droga nei dintorni. Sii misericordioso, porta la gioia di chi ha il cuore libero. Dai spazio ai laici, all’Azione cattolica, nell’anno in cui celebriamo il 50esimo dall’apertura del Concilio Vaticano II».
Infine, il vescovo ha esortato l’intera comunità di san Marco ad accogliere il giovane parroco «come un figlio, che ho preso piccolo nella mia casa».
Don Marcello si è impegnato a «saper amare anche quando è difficile», certo che «Dio mi aiuterà come sempre ha fatto», soprattutto «attraverso il vescovo». Ed «è sempre poco quanto io faccio per ricambiare». Alla fine gioia e commozione, ennesimo miracolo d’amore.