Lo scorso primo maggio, giornata in cui si intrecciavano ricorrenze e appuntamenti nazionale e mondiali, la nostra chiesa locale di Acerra ha esultato per l’ordinazione diaconale di Giuseppe De Rosa.
Il vescovo monsignor Giovanni Rinaldi, che ha ordinato il giovane nella cattedrale di Acerra durante la messa vespertina di domenica, ha richiamato nella sua omelia la prima e più importante delle ricorrenze: l’Ottava di Pasqua. La cosa che più ci serve come cristiani e comunità credente – ha detto – è «credere alla Resurrezione di Cristo, e alla continua possibilità di una vita nuova ed eternamente giovane alla Sua sequela». Perché «la fede rende giovani e santi» e «la santità non è altro che vivere nella fede in Cristo Risorto la vita di ogni giorno». «Lui – ha aggiunto monsignor Rinaldi – ha reso, e continua a rendere, possibile l’impossibile». Ecco allora l’esempio di Maria, che crede all’annuncio dell’angelo Gabriele. E Giuseppe, il Giusto, che accetta di servire in silenzio e con umiltà il progetto di Dio. E infine Giovanni Paolo II, il papa della fede sempre giovane e della testimonianza eroica nella sofferenza. Grande emozione ha suscitato infatti la consonanza tra quanto accaduto la mattina a Roma con la beatificazione del papa polacco e la gioia semplice dei tanti fedeli accorsi in cattedrale ad Acerra per l’ordinazione diaconale di Giuseppe De Rosa, il quale, nei saluti e ringraziamenti finali, ha citato un’altra importante ricorrenza: la Festa della Divina Misericordia.
A noi tutti il compito di vivere ogni giorno nella fede e in pienezza.
Come? «La Parola di Dio – ha detto il vescovo – è il segno attraverso il quale viaggia nei secoli la fede!».