Alla festa del Natale del Signore è legata l’idea della rinascita, dell’uomo nuovo. Gesù è l’Uomo perfetto, è l’uomo come Dio lo vuole. Tra le molte cose che cambiano nell’era digitale è cambiato anche il concetto di nuovo. Tutto subisce un’accelerazione, la notizia “nuova” dura qualche ora, la faccia “nuova” qualche stagione, la moda “nuova” un paio di settimane. E allora si reagisce in due modi: o inseguendo quel nuovo, perché non può sfuggire l’ultimo modello del telefonino, o rinunciando a pensare che ci sia mai veramente “qualcosa di nuovo sotto il sole”, diventando cultori dell’antico o cinici indifferenti che hanno se stessi come unica unità di misura. E noi, ostinati, mentre in città è già Natale da un paio di settimane, leggiamo nelle nostre chiese il profeta Isaia «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?». E forse guardiamo le facce che abbiamo davanti, e forse ascoltiamo il nostro cuore e sentiamo che, no, non ce ne accorgiamo. E da parte sua la chiesa italiana fa un convegno ecclesiale parlando di nuovo umanesimo, come se ci potesse essere un modo nuovo di guardare l’uomo, che è sempre lo stesso, se non peggiorato con gli anni, e tra gli scandali e le povertà che la segnano e la umiliano ha il coraggio di dire che lei può contribuire alla “ricostruzione dell’umano” partendo dai più poveri ed emarginati.
Delle due l’una: o siamo ingenui o quello che ci è stato donato e affidato è qualcosa che infinitamente ci supera, più grande, più bello, l’unica vera novità che la storia abbia conosciuto, di più, che conosca e potrà conoscere. Un’eterna novità, dice Papa Francesco al numero 11 della Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium. Con parole semplici eppure di una forza straordinaria, papa Francesco ci dice che «la ricchezza e la bellezza di Cristo sono inesauribili. Egli è sempre giovane e fonte costante di novità». E quindi «sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostra vita e la nostra comunità … Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di significato per il mondo attuale».
Dobbiamo imparare a mettere le cose al posto giusto, mettere cioè al centro colui che, come dice Gregorio di Nissa, «è l’unico veramente nuovo e propriamente uomo», Gesù Cristo, nel quale e attraverso il quale, l’umanità può ritrovare il suo volto.
Tutto nuovo, dunque … e niente di nuovo, dato che questo è fin dalle origini il messaggio cristiano, annuncio di un Dio che tanto ama l’uomo da entrare in maniera straordinaria e imprevedibile nel tempo e nello spazio per fare di ogni tempo e di ogni spazio un kairos abitato dalla sua novità.
Nel Natale, l’Uomo nuovo
Gli auguri del Vescovo
+ Antonio Di Donna