«La Madonna è il nostro modello. La sua fede ci insegna ad immergerci in Dio e recuperare la bellezza perduta, per vivere da uomini e donne del nostro tempo.
L’8 dicembre, monsignor Giovanni Rinaldi ha invitato l’Azione cattolica a «vivere – sull’esempio di Maria – con il cuore aperto all’ineliminabile, costitutivo desiderio di Dio». Il vescovo di Acerra ha presieduto a Messercola, nel comune di Cervino, la celebrazione per la festa dell’Immacolata. Con lui il parroco, e vicario foraneo, don Domenico Papa. Come avviene da anni, durante la Messa sono state benedette le tessere dei soci dell’Azione cattolica parrocchiale, nel giorno dell’adesione nazionale.
Citando il Concilio Vaticano II, il presidente diocesano dell’Azione cattolica ha affermato che «la Madonna è modello di spiritualità laicale». Ella, infatti, «mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo, e cooperava in modo del tutto singolare all’opera del Salvatore» (Decreto Apostolicam Actuositatem). Antonio Pintauro ha poi ringraziato il parroco – per «la gioia di aver partecipato ad una celebrazione così solenne in questa bella Chiesa dedicata alla Madonna Immacolata» – e la presidente parrocchiale Enza Valentino, che «mi ha preceduto nell’incarico diocesano». Ha infine sottolineato il carattere pubblico di essere cristiani, rivendicando «il carisma della formazione», proprio dell’Azione cattolica. «Nelle nostre associazioni – ha detto – si formano ragazzi, giovani e adulti. Ogni uomo, infatti, è un progetto di vita buona, e ogni autentico cristiano è anche un buon cittadino».
Il giorno successivo, domenica 9 dicembre, è stata la volta della parrocchia sant’Alfonso a Crisci, frazione di Arienzo. Durante l’omelia, il vescovo ha ricordato che «Gesù non è venuto per una visita di convenevoli ma per renderci suoi amici e cambiare la nostra vita». Egli, ha detto monsignor Rinaldi ai tanti bambini seduti nelle prime file, non giunge, come in una favola, «dai monti Tifatini che sovrastano la vostra Chiesa» ma «nel deserto del cuore, per illuminare la vita». Per questo è necessario «preparare i luoghi dove la Parola deve approdare». Con il silenzio, e il digiuno da Internet, telefonino e tv, perché «le opere grandi di Dio non si scrivono sui giornali» ma «passano nel cuore delle persone», spesso di nascosto, come con la Madonna.
«Dobbiamo deporre il lutto», ha concluso monsignor Rinaldi, «ritrovare il gusto di parlare con i nostri amici», «splendere della luce di Dio» e illuminare le nostre case.
Il presidente diocesano di Azione cattolica, Antonio Pintauro, si è rallegrato per il suo ritorno nella parrocchia in meno di un anno. Il nostro «ritrovarci – ha detto – non è uno stanco e formale ripetersi». Non a caso l’8 dicembre, in tutta Italia l’Azione cattolica celebra l’adesione. Si è poi complimentato con don Carlo Petrella e la comunità: «Sono venuto con molto anticipo e ho trovato una comunità viva intorno al parroco mentre preparava con cura la celebrazione. Ho assaporato una gioia contagiosa che non può rimanere nelle piccole mura della sacrestia ma deve estendersi a strade e case della parrocchia. Fino a giungere, di paese in paese, ad Acerra. Questa è l’Azione cattolica, e per questo siamo presenti io e il vescovo, perché non c’è associazione senza il parroco, il vescovo e la diocesi».
La sera del 9 dicembre, nella Chiesa Gesù Redentore di Acerra, il parroco don Luca Russo ha presentato alla comunità «una delle più belle realtà della nostra parrocchia». «Durante questa celebrazione – ha detto – vivremo il tesseramento dell’Azione cattolica». Don Luca ha messo in guardia i fedeli da un Natale fatto di sterili «sentimentalismi» perché «Gesù vuole nascere nella nostra carne». Ai nostri giorni, ha aggiunto il parroco, Gesù «non nascerebbe dove si concentra il potere politico e religioso, bensì l’annuncio di Dio si poserebbe su uno sconosciuto». Nella seconda domenica di Avvento don Luca ha indicato a tutti Giovanni Battista come modello. «Anche noi – ha detto – dobbiamo andare nel deserto, per scendere nel cuore, guardare in faccia le nostre ombre e inquietudini, e purificarci. Dobbiamo imparare ciò di cui realmente abbiamo bisogno e lasciare che Dio illumini il nostro buio interiore».
Don Luca aveva precedentemente parlato ai soci radunati per l’assemblea parrocchiale di Azione cattolica: «La condivisione – aveva detto – nasce dalla capacità di mettere a disposizione quel poco che ognuno può offrire alla comunità. Poi è Gesù a moltiplicarlo. Il vero miracolo avviene prima della moltiplicazione dei pani e dei pesci. L’Avvento è tempo di preghiera, di stare con il Signore nel nascondimento della nostra stanza e lasciare che Lui tiri da dentro di noi il poco che abbiamo».
Il presidente diocesano Antonio Pintauro ha dichiarato la gioia di sentirsi «vero socio» partecipando all’adesione nella «sua» parrocchia. Questa è l’Azione cattolica. Cristiani radicati in parrocchia, che si nutrono della Parola di Dio e dell’Eucarestia, crescono e si formano nella comunità intorno al parroco. Poi «escono dalle mura di questa Chiesa nuova e bella per accompagnare il desiderio di Dio degli sconosciuti di questa parrocchia e dell’intera diocesi».
La presidente parrocchiale Eliana Bencivenga ha spiegato le finalità dell’Azione cattolica alla comunità presentando i responsabili dei vari settori.