È iniziato il nuovo anno e la chiesa ci fa vivere questo primo giorno alla luce di Maria, Madre di Dio. È un titolo a noi familiare, infatti, ci rivolgiamo a Lei così ogni volta che preghiamo l’Ave Maria.
La liturgia della Parola si apre con una benedizione, questa benedizione scenda su di noi e rimanga per tutti i giorni del nuovo anno: Dio abbia pietà di noi e ci benedica!
La Chiesa ci fa celebrare per otto giorni il Natale per aiutarci ad entrare sempre più nel grande mistero dell’amore di Dio. Il rischio è quello di abituarsi a sentire che “Dio si è fatto uomo” senza rendersi conto della grandezza del dono, di «questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,16). E lo stesso titolo di “Madre di Dio” si riferisce al mistero dell’incarnazione. Maria è la Madre di Dio perché ha concepito Gesù vero Dio e vero uomo: nel grembo di Maria il Signore ha preso la carne umana (cf Gv 1,14), un vero corpo, tanto che può dire con il salmista: «Sei tu che mi hai tessuto nel grembo di mia madre» (Sal 138,13). Difatti, Cristo Gesù «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Dice il Concilio: «Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché il peccato» (GS 22).
Cosa dice a noi tutto questo? Che Dio è l’Emmanuele, sta con noi e sa cosa viviamo, comprende la nostra fatica: ha sperimentato tutto ciò che viviamo noi a partire dai nove mesi nel grembo di una donna. Ci ricorda che in Gesù abbiamo ricevuto «l’adozione a figli» e che nel 2020 Lui non è stato lontano, ha vissuto con noi ogni attimo, ogni evento, è stato presente negli ammalati (cf Mt 25,36), in coloro che hanno curato i più bisognosi (cf Lc 10,33-37), non ha abbandonato coloro che sono morti: Lui è la risurrezione e la vita (cf Gv 11,25) e la vita non la toglie ma la dona in abbondanza (cf Gv 10,10). E ci ricorda che sarà con noi anche in questo nuovo anno: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Stupiamoci ancora davanti a questo amore, davanti all’umiltà di Dio e come Maria custodiamo anche noi tutte queste cose, meditandole nel nostro cuore.
Si è concluso il 2020, quante maledizioni ha avuto l’anno trascorso! “Quando finisce?” – è stata una delle frasi più pronunciate. Se lo guardiamo solo attraverso le sofferenze, i problemi e le difficoltà causate dalla pandemia non vedremo nient’altro. Che colpa ha avuto? È stato il tempo che ci è stato donato a causare la pandemia con tutte le sue conseguenze? Ieri sera in tutte le chiese abbiamo ringraziato il Signore per l’anno trascorso, perché abbiamo riconosciuto il Suo amore provvidente, la Sua grazia che ci ha sostenuto, come pure la vicinanza e la benevolenza di tante persone.
Tutti speriamo in bene per il 2021, ma non possiamo attenderci un anno nuovo senza che ognuno di noi si rinnovi, ami di più, sia più attento al bene di tutti, alla cura del creato. Il 2020 ci ha ricordato che stiamo tutti sulla stessa barca, «ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme» (Papa Francesco). Il 2021 sarà veramente nuovo solo se noi avremo una vita nuova, non è “automatico”: “anno nuovo, vita nuova”, ma è il contrario: “vita nuova, anno nuovo”, se no faremo le stesse e identiche cose senza rinnovare nulla e tra un anno staremo ancora qui a lamentarci anche del 2021.
Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Pace. Il Papa ci parla della cultura della cura come percorso di pace. Indica quattro principi base «da cui attingere la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato».
Non stanchiamoci di costruire la pace a partire dalle nostre famiglie: «c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti 225).
A Maria, Madre di Dio e Madre nostra, affidiamo il nuovo anno, affidiamo ogni nostro buon proposito e ci poniamo sotto la Sua protezione con la più antica preghiera in cui viene chiamata con questo titolo: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
don Alfonso Lettieri