Nel cuore dell’estate la Chiesa ci fa celebrare una delle più antiche feste mariane, l’Assunzione al cielo di Maria. «L’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Pio XII, Munificentissimus Deus).
In questi giorni di vacanza siamo chiamati a meditare sul grande dono della risurrezione, fondamento della nostra fede: «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti… così in Cristo tutti riceveranno la vita» (II lettura). Pio XII definendo questo dogma parlò di «gioia ed esultanza per tutta la chiesa». Sì, è per noi motivo di gioia ed esultanza celebrare questa festa perché, dopo Gesù, Maria è la prima dei credenti a risorgere, ad essere portata in cielo in anima e corpo. «La Madonna – ha detto Papa Francesco – ha poggiato i piedi in paradiso: non ci è andata solo in spirito, ma anche con il corpo, con tutta sé stessa». Così in Maria vediamo già compiuta anche per noi la risurrezione della carne che professiamo nel Credo (cf Simbolo degli Apostoli).
In questa festa Maria ci dice quanto siamo preziosi per Dio che si prende cura di noi qui sulla terra e ci vuole accanto a sé in paradiso. La nostra Madre ci dice che c’è qui una vita da vivere in pienezza e il suo Magnificat è prova di una vita piena – «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente» – e ci indica con forza la meta da raggiungere, perciò abbiamo chiesto nella Colletta: «fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni».
Maria ci ha preceduti, sta già occupando quel posto che Gesù ha preparato per ciascuno di noi (cf Gv 14,2-3). Come Madre ci aspetta, aspetta ogni figlio finché torni a casa; intercede per noi affinché nessuno smarrisca la strada per arrivarci e sostiene i nostri passi. Lei e il suo cantico di lode sono per noi motivo di consolazione e di sicura speranza: Dio fa grandi cose per ciascuno di noi e per il mondo intero. Rischiamo di essere troppo ripiegati sui nostri problemi; come Maria è necessario imparare a riconoscere l’intervento di Dio nella nostra vita quotidiana e nel mondo. Bisogna alzare lo sguardo, essere certi che Dio ci ama e realizza oggi ciò che Maria ha cantato nel suo Magnificat. Quando tutto sembra perduto, interviene con «la potenza del suo braccio»; quando ci sembra che i pensieri dei superbi vadano a buon fine, li disperde, li fa svanire; quando i potenti schiacciano gli umili, il Signore li innalza; quando gli affamati non trovano soccorso, è Dio che li ricolma di beni. Quando sembra che sia lontano da noi, realizza le sue promesse venendo in nostro soccorso.
Un esercizio di fede potrebbe essere quello di scrivere il proprio Magnificat, elencando le grandi cose che oggi ha fatto in noi l’Onnipotente. Sicuramente il foglio di nessuno resterà in bianco! Scriviamo insieme il primo motivo di gioia ed esultanza: ha donato a noi la sua stessa Madre che ci guida e ci protegge e ci aspetta in paradiso. Ognuno continui a scrivere…
don Alfonso Lettieri