Le nostre povertà

Il Dossier fotografa la Campania. Il vescovo Di Donna: «Fiore all’occhiello delle Caritas»

Lo scorso 2 febbraio è stata presentata l’ottava edizione del Dossier sulle povertà, che raccoglie i dati dei Centri di ascolto di 16 Caritas diocesane della Campania, quasi l’intero territorio regionale. Presente il nostro vescovo Antonio Di Donna, delegato per la carità della Conferenza episcopale campana.
«E’ stata la presentazione meglio riuscita», ha detto Di Donna all’inizio del suo intervento che ha concluso l’intensa mattinata vissuta nella curia di Napoli alla quale hanno partecipato i delegati Caritas, giornalisti e rappresentanti del mondo del volontariato. Presente il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri. Di Donna, che è anche segretario dei vescovi della Campania, ha definito il Dossier un «fiore all’occhiello delle Caritas», un punto di riferimento per la Chiesa e le istituzioni. In particolare per «le ultime 50 pagine», che ogni anno «raccontano la lotta contro la povertà» delle nostre chiese particolari, e che rappresentano, secondo Di Donna, il tentativo di «resistere alla rassegnazione» raccontando la «speranza» con la quale i cristiani accompagnano tanti fratelli e sorelle provati da difficoltà materiali e spirituali sempre crescenti. Attenzione però a «non abusare di questa speranza», ha ammonito il presule, perché «scaricare sulle Caritas l’impegno dell’assistenza, riducendo di fatto la loro capacità e missione pedagogica, è una grave mancanza». Il vescovo di Acerra ha poi invitato tutti a riflettere: «La crisi continua a generare povertà, gravando sulle spalle delle fasce più deboli, quelli cioè che non l’hanno voluta e prodotta, e non sulle spalle dei grandi mercati finanziari, che invece l’hanno provocata», ha detto esortando le istituzioni a fare presto perché «non sappiamo fino a quando riusciremo a contenere il grido e la collera dei poveri».
Del rischio di supplenza delle istituzioni aveva parlato l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe all’inizio alla presentazione, richiamando le istituzioni «politiche, economiche e amministrative al proprio dovere tenendo conto dei più poveri tra i poveri in questo tempo di crisi».
I dati parlano di una situazione in cui ormai campani e napoletani sono sempre più poveri, quasi undicimila in Campania, con la novità che i poveri italiani sono cresciuti fino al 60%, superando di fatto quelli stranieri. Le persone in difficoltà diventano 39.000 se si aggiungono i servizi mensa, raggiungendo 6,8 per mille della regione. Altro record negativo, il basso reddito pro capite: la Campania è penultima in Italia davanti alla Calabria. Crescono i poveri cinquantenni, soli e divorziati. Rimane alto il tasso di disoccupazione. Lo stesso Di Donna nel suo intervento ha richiamato l’appello del presidente della Cei Bagnasco alle istituzioni a «concentrarsi sulle cose di cui la gente ha veramente bisogno: lavoro e occupazione, innanzitutto». Duro l’intervento del vicedirettore della Caritas di Napoli, Giancamillo Trani: «Il mezzogiorno è uscito dall’agenda politica nazionale, mentre la politica locale versa in condizioni deplorevoli. Risultato, l’inefficacia delle politiche pubbliche».
Da tenere presenti, infine, le importanti precisazioni del vescovo Di Donna: «La Caritas non è un’agenzia sociale, e i cristiani non possono perdere di vista che i poveri sono Gesù, non numeri e cifre». Per questo, la «Carità non è un aspetto etico o morale della fede ma è costitutiva di essa, in osmosi con la Parola e la Liturgia». E dunque, l’invito a «conservare la sua identità e natura pedagogica nella comunità cristiana».
 
Antonio Pintauro