Prima di lui Federica Paganelli, giovane affetta dalla nascita da Atrofia muscolare spinale, testimonia «la forza invincibile della vita» nonostante le difficoltà di questa rara e grave malattia, «perché altre persone e bambini come me sappiano che la nostra vita può essere bella e vissuta a pieno anche con grandi difficoltà».La sua straordinaria storia è raccontata nel film breve “Normale#lavita”, un documentario di 15 minuti del regista Giuseppe Alessio Nuzzo, amico che «mai posso mancare alla festa di compleanno di Federica, crollasse il mondo». Giuseppe approfitta della serata per sorprendere tutti, compresa la protagonista: e annuncia che la Rai ha acquistato i diritti del cortometraggio, le cui sequenze, una dopo l’altra, rivelano il «disegno» nuovo per la “grande” famiglia di Federica. Marta, la cugina, la sposta teneramente spingendo avanti e indietro la carrozzella sul palco. La zia Adelaide riprende senza pausa con il telefonino dalla prima fila: e al termine della serata dichiara la «gioia» e la «vita nuova» giunta «nella nostra famiglia», e «oggi viviamo tutti per lei e ci nutriamo ogni giorno della sua forza aiutandola a trasmettere il suo straordinario messaggio. E’ il disegno della sua e della nostra vita». A fianco, Maria Rosaria guarda la figlia sul palco con occhi felici.«Sono il papà di una bambina ricoverata in rianimazione. Vorrei portare mia figlia a morire a casa» aveva detto il padre, volato in Cielo nel 2016, chiamando l’Asl quando Federica era appena nata. Fino ad allora i bambini con la sua malattia non andavano oltre i due anni. «Oggi stiamo tutti invecchiando con lei» esclama invece il vescovo Antonio Di Donna al suo fianco sul palco: e lei, aiutata dalla cugina e da Giuseppe, non smette di raccontare la sua vita normale e felice. Esce, lavora e fa volontariato: è lo scandalo di una vita piena nella debolezza, è la buona notizia di una vita bella nonostante la fragilità. E monsignor Di Donna mette in guardia da quelli che vorrebbero stabilire per legge quando una esistenza è degna di essere vissuta o meno e negano «il diritto alla vita che è base e presupposto per ogni altro». Fino ad ipotizzare il giorno in cui «potrebbero impedirci di affermare che Gesù è uno di noi, è cioè quel “concepito” che tutti siamo stati nel grembo di nostra madre». La stessa recente legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento, rischia di finire per essere porta dell’eutanasia in Italia.Attenzione però a «non cedere alla tentazione» di difendere la vita alla nascita e alla fine e dimenticarsene nelle altre fasi, ammonisce il vescovo. Risulteremmo poco credibili: perché «la vita nel grembo di una donna è la stessa del disoccupato ferito nella sua dignità, dell’immigrato che sbarca sulle nostre coste e della prostituta costretta ai bordi delle nostre strade». Con il vescovo e Federica, sul palco c’è Giuseppe Alessio Nuzzo, regista di Acerra affermato nonostante la giovane età, per il quale questa storia fa capire a tutti «che si può vivere a pieno la vita anche con enormi difficoltà», perché «Federica è un esempio per tante persone che soffrono». Monsignor Di Donna è «felice stasera di avere apprezzato insieme al suo indiscusso talento la grande sensibilità di Giuseppe verso la dignità e la bellezza della persona e della vita umana, in particolar modo quando è fragile e indifesa. Lui è la vera eccellenza acerrana», dice il presule.Lettere a mia figlia– altro film breve del regista Nuzzo con uno struggente protagonista Leo Gullotta che racconta l’Alzheimer nei panni di un anziano padre nel tentativo di spiegare la sua malattia alla figlia –introduce la platea in questa piccola storia di una malattia terribile, facendo «trasparire fin dall’inizio il rispetto della dignità della persona umana», dichiara il regista. La Universal ne ha acquistato i diritti per la messa in onda sul canale Studio Universal (Mediaset Premium). Il film ha ricevuto la menzione speciale al Nastro d’Argento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, il Primo Premio al Giffoni Film Festival e il Premio Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma. Giuseppe Alessio Nuzzo nasce nel 1989. Regista, produttore e autore, è esperto di cinema sociale. Nel 2009 fonda ed è attuale direttore del Social Word Film Festival – Mostra internazionale del cinema sociale, di cui presidente onorario è l’attrice Claudia Cardinale – con migliaia di spettatori e protagonisti in 28 città del mondo, da New York a Sidney passando per Tokyo, Los Angeles, Rio de Janeiro, Tunisi e Londra. Sostenuto dall’Unione Europea, riceve riconoscimenti da Presidente della Repubblica, Camera e Senato. Tra i documentari, produce e dirige nel 2015 Primitivamente sulle due facce della Terra dei Fuochi, voce narrante Giancarlo Giannini, musiche di Enzo Avitabile e Adriano Aponte; l’opera – distribuita in cinema, festival e TV di varie nazioni – vince, tra gli altri, il Primo Premio al Cuneo Film Festival. A febbraio 2016 arriva l’opera prima di lungometraggio. Le verità, primo thriller psicologico prodotto in Italia vede impegnati nel cast Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Anna Safroncik, Maria Grazia Cucinotta, Fabrizio Nevola, Luigi Diberti, Sergio Solli, Renato Scarpa. L’opera, distribuita in più di 30 schermi in tutta Italia, è stata presentata alla Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, alla Mostra del Cinema italiano in Brasile, al Festival de Cannes e in decine di festival in tutto il Mondo vincendo il Gran Premio della Critica al Siena Film Festival. A dicembre del 2015, in occasione dei 120 anni dalla prima proiezione cinematografica a Parigi dei fratelli Lumière, Nuzzo pubblica il suo primo libro Cinema è sogno – Antologia delle citazioni cinematografiche: le frasi dei più celebri film italiani dal 1930 ad oggi, con le conclusioni dell’attore e docente universitario Enzo Decaro e l’autorevole prefazione del Presidente dei David di Donatello Gian Luigi Rondi, per il quale si tratta di un’opera monumentale. Insegna regia all’Università del Cinema, con sede a Roma e ad Acerra, collabora con la Scuola di Cinema di Napoli, scrive di critica cinematografica su vari periodici e partecipa come opinionista di cinema sociale in trasmissioni televisive nazionali. È, inoltre, giurato a svariati festival cinematografici internazionali tra cui la Festa del Film di Roma. Nel 2017 produce il film breve sull’amore Insane Love per la regia di Eitan Pitigliani con un cast internazionale tra cui Clara Alonso e Diego Dominguez Lllort. A marzo fonda il marchio editoriale Cinema Edizioni distribuito in tutte le librerie nazionali. A novembre distribuisce al cinema il documentario Napolitaners, storie di moderna emigrazione da Napoli, per la regia di Gianluca Vitiello. Nello stesso anno organizza CineBus, il primo festival del cinema itinerante al mondo, nell’ambito delle attività del Piano Cinema 2017 della Regione Campania. Laureato con massimi voti in Odontoiatria con una tesi sperimentale a Los Angeles dal titolo L’odontoiatria nel cinema e lo spettacolo: nuove frontiere dell’odontoiatria estetica, è stato Consigliere della Facoltà di Medicina presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
La vita sempre, senza se e senza ma
Ad Acerra la 40esima Giornata nazionale
«Viva la vita, sempre e comunque, senza se e senza ma». Il vescovo di Acerra parla dal Teatro delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione. Monsignor Antonio Di Donna chiude la 40esima Giornata nazionale per la vita: ed esorta le centinaia di persone in platea, soprattutto le famiglie, a vivere l’amore vero. Perché «l’amore dà sempre vita» spiega con le parole di papa Francesco che aprono il messaggio dei vescovi italiani per la Giornata 2018 dal tema Il Vangelo della vita, gioia per il mondo.