I religiosi e le religiose della Campania hanno gremito, nel pomeriggio di giovedì 2 febbraio, il Santuario di Pompei, dove hanno celebrato la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XXVII Giornata mondiale per la vita consacrata, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1997. A presiedere la Santa Messa è stato il Vescovo di Acerra, Monsignor Antonio Di Donna, Presidente della Conferenza Episcopale Campana. Insieme a lui hanno concelebrato Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo di Pompei; Monsignor Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli e di Ischia; Monsignor Francesco Beneduce, Vescovo ausiliare di Napoli; Monsignor Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, Dom Michele Petruzzelli, Abate dell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni e numerosi sacerdoti della Prelatura di Pompei e delle diocesi campane.
«L’offerta del Figlio di Dio, simboleggiata dalla sua Presentazione al Tempio – ha detto tra l’altro Monsignor Di Donna nella sua omelia – è modello per ogni uomo e ogni donna che consacra tutta la vita al Signore. Appartenere al Signore: ecco l’identità della consacrazione. Noi siamo suoi, noi apparteniamo a lui. È lui la nostra eredità, l’unico nostro bene. Lo scopo di questa giornata, secondo le intenzioni del Santo Papa Giovanni Paolo II, è triplice. Innanzitutto ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata; in secondo luogo promuovere la conoscenza, la stima, da parte di tutto il popolo di Dio, della vita consacrata; infine invitare noi, voi, tutti quanti hanno dedicato la propria vita alla causa del Vangelo, a celebrare le meraviglie che il Signore ha operato in noi».
La Giornata per la vita consacrata si è celebrata a Pompei, che sta vivendo l’Anno Giubilare Longhiano, a centocinquant’anni dall’arrivo del Beato nella Valle, allora desolata e resa pericolosa, da un lato, dai briganti e, dall’altro, dalla malaria. «Dal carisma di quest’uomo – ha proseguito il Vescovo – tutto è partito, tutto è cominciato in quell’ottobre 1872 quando questo brillante avvocato, vittima di strade deviate, intellettualmente soprattutto, si converte. Arriva qui, in un luogo deserto, selvaggio, solitario, pericoloso e qui avverte, dentro di sé, l’ispirazione. Da quell’ispirazione tutto è cominciato, un’ispirazione che sembra dirgli: se cerchi salvezza, propaga il Rosario. Da lì è partita la costruzione del Santuario della Madonna di Pompei con le tante Opere di carità ad esso legate. Siamo venuti qui per onorare quella ispirazione fondamentale». «Carissimi, uomini e donne consacrati e consacrate – ha concluso – rinnoviamo oggi, con entusiasmo, la nostra consacrazione. Non chiudiamoci nel passato, prendiamo tra le braccia Gesù, anche se sperimentiamo fatiche e stanchezze. Facciamo come Simeone e Anna, che attendono con pazienza la fedeltà del Signore e non si lasciano turbare la gioia dell’incontro. Mettiamo lui, questo Bambino, al centro e andiamo avanti con gioia. La Madonna, la Madonna di Pompei, così cara alla devozione del nostro popolo, la donna consacrata per eccellenza, ci aiuti a vivere a pieno la nostra consacrazione».
Giuseppe Pecorelli