Mercoledì si è aperto davanti a noi il cammino quaresimale, tempo «favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù» (Papa Francesco). Con il rito delle ceneri ci siamo riconosciuti tutti peccatori, bisognosi della misericordia di Dio: «Perdonaci, Signore: abbiamo peccato» – abbiamo ripetuto nel Salmo quel giorno. Siamo stati invitati a ritornare al Signore con tutto il cuore, «perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore» (Gl 2,13). E per questo ritorno ci sono state date delle coordinate precise: “Convertirci e credere nel Vangelo”, credere nella buona notizia dell’amore di Dio per noi, credere che solo in Lui possiamo affrontare la vita senza soccombere alle difficoltà e tentazioni che si presentano. Ogni momento importante della vita ha un tempo di preparazione che non è vano, ma necessario per vivere ciò che ci viene dato. La Quaresima, infatti, ci aiuta ad evitare che la Pasqua sia una delle tante feste dell’anno, col rischio di celebrarla senza lasciarci rinnovare dalla gioia del risorto, senza risorgere con lui a vita nuova (cf Rm 6,7). Questo, dunque, non è un tempo di mortificazione, ma di rinnovamento, di rivitalizzazione e le pratiche della preghiera (rapporto con Dio) del digiuno (rapporto con se stessi e con le cose) e dell’elemosina (rapporto con gli altri), ci aiutano a ritrovare l’essenziale per la nostra vita, ad avere dei criteri di discernimento per scegliere il bene, evitare il male ed essere dei veri discepoli di Gesù.
Nel Messaggio per questa quaresima il Papa ci invita a non stancarci di pregare: «Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione. Nessuno si salva da solo… nessuno si salva senza Dio. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle uniti a Dio in Cristo». Ci invita anche a non stancarci di estirpare il male dalla nostra vita. «Il digiuno corporale a cui ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il peccato». In questi giorni in cui stiamo pregando per la pace, non stanchiamoci di essere operatori di pace nella nostra famiglia, nei luoghi di lavoro, nella nostra città per estirpare il male. Evitiamo di lanciare parole “pesanti” che provocano discordia e feriscono o uccidono chi le ascolta. «Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo. La Quaresima – dice il Papa – è tempo propizio per cercare, e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la solitudine».
In questo cammino Gesù ci ha preceduti e ci accompagna, egli “Resta con noi nell’ora della prova”. Ogni giorno siamo messi davanti a delle scelte, siamo chiamati a scegliere la vita, il bene, a rinnegare il male. Non è semplice riconoscere quale sia la scelta giusta, capire dove sta il bene. Le tentazioni di Gesù ci mostrano proprio questo e ci mostrano anche in che modo è possibile scegliere il bene. Il Signore, subito dopo il battesimo, viene «guidato dallo Spirito nel deserto», viene tentato dal diavolo che lo vuole allontanare, dividere da Dio (il diavolo è colui che divide). Lo Spirito lo guida nel deserto: Gesù si immerge nel concreto della vita, nella realtà di ogni uomo, nella fatica quotidiana che tutti sperimentiamo e lì è chiamato a scegliere il modo per vivere la sua missione, per restare unito al Padre. Luca annota che il diavolo va via solo «Dopo aver esaurito ogni tentazione». Questo significa che tutto ciò che noi viviamo, ogni nostra tentazione Gesù l’ha già sperimentata, quindi può comprendere bene le nostre difficoltà. «Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (Eb 2,18). Gesù ha fame e veramente può cambiare le pietre in pane, ma non sceglie la via dei privilegi, non ha cercato il pane per sé ma è arrivato a donare tutto se stesso nel segno del pane: è la bellezza di saziarsi nel vedere gli altri sazi, nel vederli sani e salvi. Questa scelta la possiamo fare anche noi nutrendoci di ogni parola che esce dalla bocca di Dio!
La seconda tentazione tocca il potere, l’avere tutto, avere il controllo di tutto se si prostra davanti al diavolo, se rinnega il Padre. Gesù non ha bisogno dei regni di questo mondo (cf Gv 18,36), ha già tutto, sa che il Padre provvede ai suoi figli (cf Mt 6,8) e non dà qualcosa, ma tutto se stesso. Anche noi abbiamo già tutto, tra poco riceviamo Dio nell’Eucaristia e possiamo dire: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla» (Sal 22,1). L’ultima tentazione è quella di usare Dio a proprio vantaggio, far fare a Dio ciò che vogliamo noi. Gesù ci ricorda che non bisogna tentare il Signore, perciò ci ha detto di pregare: «sia fatta la tua volontà».
Questa I domenica ci dà una spinta nel cammino che abbiamo iniziato, ci ricorda che nonostante la nostra debolezza che ci inclina a cedere, possiamo vincere ogni tentazione quando la Parola che ci viene donata la mettiamo in pratica, quando non confidiamo solo sulle nostre forze ma ci fidiamo veramente di Dio.
«Non abbandonarci nella tentazione», diciamo nel “Padre nostro” e il Signore non ci abbandona, risponde anche a noi: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Cor 12,9). La Vergine Maria, sostenga il nostro cammino di rinnovamento verso la Pasqua.
don Alfonso Lettieri