Giunta Regionale della Campania
Autorizzazioni ambientali e rifiuti – Napoli
Dirigente
Antonio Ramondo
Dirigente
Anna Martinoli
Segretario
Fulvio Nevola
p.c. Sindaco di Acerra
Raffaele Lettieri
Caro Dirigente,
con grande rammarico, e ancora una volta, sono costretto a ribadire lo sconcerto di fronte all’autorizzazione dell’ennesimo progetto di impianto di trattamento dei rifiuti, presentato dalla Società Guadagni snc, ignorando completamente il «disastro ambientale» del nostro territorio da tempo autorevolmente dichiarato.
Nella seduta di Conferenza dei Servizi del 22 febbraio 2022 è stata di fatto rilasciata l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio dell’impianto di rifiuti speciali liquidi, al cui trattamento la stessa Società non ha inteso rinunciare, per un quantitativo massimo di 50 tonnellate/giorno mediante le operazioni di smaltimento e stoccaggio (D8, D9, D13, D14, D15), previsto in località Calabricito del Comune di Acerra (NA) – Foglio n.4 particella n. 258.
Mi permetta di manifestare il mio profondo turbamento, e quello della città, di fronte a quello che fin dall’inizio è sembrato un “gioco delle parti” dei potenti, per poi giungere in maniera beffarda alla realizzazione di un altro impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti. A testimoniarlo sono i continui rimpalli di responsabilità, ai “limiti” delle disposizioni vigenti, e il ricorso, a seconda della convenienza, alle “maglie” della burocrazia, con fughe in avanti e apparenti marce indietro, che hanno accompagnato il procedimento per l’autorizzazione, in particolare nell’ultima seduta.
Ancora una volta esprimo perciò la preoccupazione di chi teme un vero e proprio “accanimento” nel fare del nostro territorio il “polo dell’immondizia”, condannandolo a città di scarto. E per questo, in una delle mie recenti lettere facevo riferimento «all’atroce sospetto» di «sacrificare» una terra già inquinata. Dubbio alimentato dall’ostinazione con cui si autorizzano impianti di rifiuti. Fino a quando dovremo assistere impotenti a tale scempio, e ripetere che questo territorio è saturo, deve essere blindato, non sopporta altri impianti? A chi ancora dobbiamo rivolgerci? Ci sono uomini di buona volontà nelle Istituzioni, qualche ente “responsabile” che prenda a cuore le sorti di un territorio, vincendo la cecità e la sordità di questi anni?
Le perplessità e i timori sono ancora più fondati se pensiamo che l’impianto autorizzato sorge in una zona già inquinata e da bonificare, vicino alle sorgenti del Riullo, fonti di notevole interesse paesaggistico ed archeologico, motivo di speranza per uno sviluppo diverso. Inoltre l’impianto, a due passi dall’inceneritore, si aggiunge ad altri che già destano forte disagio tra la gente di Acerra e dei comuni circostanti.
Da Pastore di questa terra ho il dovere di gridare che tutto avviene “sulla testa dei cittadini”, ignorando pericolosamente quanto chiesto da Papa Francesco al numero 183 della Lettera enciclica Laudato sì sulla cura della Casa comune: «Nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato». Ed in particolare si elude completamente quel «principio di precauzione», invocato al numero 186 dello stesso documento, per «la protezione dei più deboli, che dispongono di pochi mezzi per difendersi e per procurare prove irrefutabili».
Si dice che tutto avviene “secondo la legge”; intanto anche l’ammalato muore “secondo la legge”. Eppure, nel nostro caso, al punto 4 della Parte II delle Integrazioni al Regolamento per l’insediamento di iniziative imprenditoriali negli agglomerati del Consorzio ASI di Napoli, approvate don deliberazione del Consiglio Generale n. 3 del primo febbraio 2021, si legge: «Nell’agglomerato industriale ASI di Acerra sono da ritenersi escluse le autorizzazioni dell’insediamento di qualsiasi attività economica di trattamento e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi, in nome del principio di precauzione e salvaguardia del territorio».
Tutti vogliamo che le nostre terre tornino ad essere quell’antico «giardino» che sono chiamate ad essere, come affermato dal ministro Mara Carfagna lo scorso 26 gennaio presentando il Contratto Istituzionale di Sviluppo. E invece ci si ritrova a combattere contro l’ennesimo insediamento di impianti di trattamento di rifiuti speciali.
Più volte ho invocato invano una «moratoria» che impedisse «l’arrivo nelle nostre terre di impianti ad impatto ambientale». Ho anche chiesto che si intervenisse, da parte di chi ne ha il potere, sulle leggi. Per esempio, sul Piano Territoriale Regionale (PTR), che si accanisce a configurare Acerra come territorio “industriale-urbano”, mentre la nostra città si configura piuttosto come territorio agricolo-urbano.
Mi risulta che presso la Regione Campania è stata depositata e “giace” una Proposta di Legge – «Disposizioni regionali per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale» – per intervenire, anche in rispetto dei principi di precauzione e azione preventiva sanciti dall’Unione europea, in quelle non poche aree del territorio regionale gravate da criticità ambientali e dalla presenza di plurimi “fattori di pressione” che mettono ad elevato rischio la salute delle popolazioni esposte. Sembra che altre regioni, come la Lombardia, si siano già attivate in tal senso.
Prendiamo atto che c’è una volontà politica della Regione di non voler affrontare questo problema. Mi appello, perciò, caro Dirigente, alla sua coscienza, e attraverso di Lei ai membri della Conferenza dei servizi e alla Giunta regionale. Vi supplico, in nome di Dio! Non vi fate complici di quanti stanno inquinando il nostro territorio, procurando malattie e morti, di cui sono responsabili.
Acerra, 28 febbraio 2022
+ Antonio Di Donna
Vescovo di Acerra
Il servizio del TG3 Campania, andato in onda il giorno 1 marzo alle ore 14.00
https://youtu.be/AS58r2CvoiE