Questa domenica Marco ci presenta Gesù accerchiato dalla folla: il Signore si è immerso nell’umanità con le sue attese, le fragilità e le ferite per ridonare dignità, salute e vita.
Ognuno si accosta a lui portando il peso della sua vita con le gioie, i problemi, le preoccupazioni, gli affanni, tutto presentato in questa pagina di Vangelo in un papà che supplica Gesù per la figlia e in una donna sofferente da dodici anni. Due personaggi accomunati da una grande fede riconosciuta e sostenuta da Gesù. Giàiro lo supplica: «Vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva», ci richiama i tanti genitori che danno la vita per i figli ammalati, disposti a tutto per salvarli. Il Signore ascolta, è lui che guarisce e salva, ma la sua salvezza passa anche attraverso la nostra fede: è il papà che lo accompagna dalla figlia, lo fa entrare nella sua casa. E quando tutto sembra perduto: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?», è Gesù che sostiene la sua fede: «Non temere, soltanto abbi fede!». Questa parola oggi la dice a noi: abbi fede! Se stiamo vivendo situazioni difficili, se qualcuno ha problemi di salute o di altro genere, se non vediamo una via di uscita, se tutto ormai sembra finito, se soffriamo per la morte di una persona cara, continuiamo a credere che a Dio tutto è possibile. Fin dall’inizio è stato insinuato nell’uomo un dubbio: Dio vuole veramente il nostro bene? (cf Gen 3,1-5). Questo dubbio ci assale davanti alle malattie, ai problemi della vita e alla morte. Sì, Dio vuole il nostro bene, «non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi», non lo dobbiamo convincere per farci del bene. Infatti, la donna che ha perdite di sangue da dodici anni non chiede nulla a Gesù, «venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello… E subito le si fermò il flusso di sangue». Non ha supplicato, non si è prostrata, ha avuto solo una certezza: «se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». La folla si stringe attorno a Gesù, ma lui sente solo il tocco di quella donna: «Figlia, la tua fede ti ha salvata».
Tra poco non toccheremo semplicemente il mantello di Gesù, ma ci nutriremo del suo corpo! Con quale fede mi avvicino a Gesù?
Come il papà ha condotto Gesù nella sua casa, luogo della vita quotidiana, anche noi siamo chiamati a farlo entrare nella nostra vita. E oggi Gesù vuole entrare nella vita di tante persone anche attraverso noi, vuole che la sua forza passi per le nostre mani operose, pronte a rialzare chi ha bisogno del suo aiuto.
Diamo alla nostra vita il “tocco della fede”, fidiamoci veramente di Gesù, è lui stesso che ci incoraggia: «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23).
don Alfonso Lettieri