Nella IV domenica di Pasqua ascoltiamo il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni dove Gesù si presenta come il buon pastore.
Descrivendoci le caratteristiche del pastore, il Signore ci rivela il suo vero volto. Chi ascolta Gesù sa che in un ovile riposano di notte pecore di pastori diversi, al mattino ognuno va a prenderle. Il pastore chiama ciascuna per nome. Guardando un gregge, le pecore sembrano tutte uguali, eppure il pastore le conosce bene, nei minimi dettagli: così ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio, è amato da lui (cf Is 43,4). Il Signore non ci guarda come una massa indistinta, lui che come dice il salmista: «Conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome» (Sal 146,4), si relaziona con ciascuno di noi personalmente, ci conosce bene, «egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo» (Sal 99,3). Dice Isaia: «Porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri» (Is 40,11). Chiama le pecore per farle uscire e riposare su pascoli erbosi, le conduce ad acque tranquille, non fa loro mancare nulla. Le pecore hanno avuto prova del suo amore e lo seguono; anche se vanno per una valle oscura, non temono alcun male, perché il pastore è con loro (cf Salmo resp.), egli è venuto «perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Le pecore conoscono la voce del pastore. Di chi conosciamo la voce? Basta sentire una sola parola o un fischio per riconoscere le persone a noi care; quando torno a casa e busso, al “chi è?”, basta rispondere “Io” e il cancello si apre. Impariamo a riconoscere la voce di Dio ascoltando quotidianamente la sua parola, entrerà sempre più nella nostra vita e non avremo bisogno di lunghi discorsi ed eventi eccezionali per riconoscerlo. A volte basta una sola parola, un piccolo gesto, il rumore dei passi, un cielo stellato, un tramonto… per riconoscere il Signore.
Questa parola ci raggiunge oggi nelle nostre case, un po’ stanchi di stare chiusi, impauriti e sofferenti per l’epidemia e le tante persone morte. Il Signore conosce ciascuno di noi e di ognuno si prende cura; come il pastore condivide in tutto la vita delle pecore, così Gesù condivide la nostra. Non ci ha lasciati soli e anche se in questo periodo non ci è possibile andare in chiesa, lui è presente con la sua parola, con gesti di amore e di solidarietà che si stanno moltiplicando a dismisura.
In questa domenica si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Preghiamo perché il Signore mandi nella sua Chiesa pastori buoni che continuino la sua opera e molti giovani abbiano il coraggio di consacrarsi nella vita religiosa, diventando un segno della presenza del regno di Dio in mezzo a noi.
Il Papa, nel suo Messaggio per questa Giornata, invita la Chiesa a stare a «servizio delle vocazioni, aprendo brecce nel cuore di ogni fedele, perché ciascuno possa scoprire con gratitudine la chiamata che Dio gli rivolge, trovare il coraggio di dire “sì”».
L’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana, ha scelto come slogan per questa Giornata: “Datevi al meglio della vita” (Christus vivit 143). Il meglio della vita spesso è visto nelle comodità, in una vita spensierata senza alcuna difficoltà, Francesco dice: «Giovani, non rinunciate al meglio della vostra giovinezza, non osservate la vita dal balcone. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti a uno schermo. Rischiate, anche se sbaglierete. Vivete! Datevi al meglio della vita!» (Ibid.).
Preghiamo anche per tutti coloro che hanno già risposto alla chiamata e non preghiamo solo in generale, ma presentiamo al Signore le singole persone. Ognuno di noi conosce dei preti, delle suore, dei seminaristi, sosteniamoli nel loro cammino con la preghiera e con la nostra vicinanza. Facciamoci presenti con una telefonata, incoraggiamoli nel loro cammino, nel loro servizio, dimostriamo loro il nostro affetto. Anche il pastore ha bisogno del suo gregge!
Gesù, buon pastore, fammi ascoltare la tua voce e aiutami a seguirti con gioia sulla via che mi porta al meglio della vita. Amen.
don Alfonso Lettieri