Oreste Zaccaria Santoro nasce ad Acerra il primo febbraio del 1937.
Viene ordinato sacerdote ad Acerra il 24 ottobre 1965 da monsignor Nicola Capasso.
Nel cuore della mattina di un sabato di maggio, fuori un caldo di piena estate, i raggi di un sole di fuoco che splende nel cielo illuminano la stanza dove don Oreste Santoro ci accoglie con il suo naturale garbo.
Nonostante gli affanni dell’età, l’anziano sacerdote riscalda con entusiasmo il cuore di chi lo ascolta, la sua testimonianza infiamma le fibre dell’anima più di quanto il calore della temperatura esterna sfidi la tenuta fisica.
Il sorriso raggiante di don Oreste incarna bene la sua semplicità e capacità di accoglienza. Domande e risposte secche. Quaranta minuti tra ricordi, sogni, delusioni, battute e risate. Un dialogo che vive in ogni suo passaggio del desiderio di condivisione e di massima sincerità.
Prete con la passione per la musica e la recitazione, racconta: «Avevo 28 anni quando ho celebrato la mia prima messa, era il 24 ottobre 1965». Un tempo storico certamente particolare, eppure su tutto vinceva la bellezza della formazione: «I professori mi incoraggiavano, veri maestri hanno forgiato e accompagnato la mia vocazione prima al seminario regionale di Benevento, e poi al seminario di Capodimonte a Napoli, dove giunsi per motivi di salute».
Un sì all’invito seducente di Gesù sempre convinto, spinto e sostenuto dal desiderio di conoscere sempre di più da vicino il Signore, superando la tiepidezza dell’inde-cisione e dell’incostanza con la perseveranza e la fedeltà. Con il risultato di vivere bene e con serenità il celibato: «Ho preferito sempre il sacerdozio al fidanzamento».
Guide sicure per il cammino di don Oreste verso il sacerdozio sono stati il padre spirituale e il rettore del seminario, che gli hanno permesso di crescere, e sostenere tale scelta, e in essa coltivare la felicità piena.
Nel mezzo della conversazione, il dono di una perla precisa e puntuale: «Si inizia a camminare, a partire dall’amore di Dio, ma il proseguimento dipende dalla nostra risposta».
Il cuore aperto a Dio con la semplicità di un bambino vive tutto nel sogno che don Oreste ci confida: «Un mondo più fraterno costruito sullo slancio verso gli altri, fondato sull’apertura ad ogni nostro prossimo». La disponibilità all’ascolto e l’amore al fratello sono infatti frutto di una fede autentica e sgorgano dalla relazione viva e quotidiana con Dio. Così nel rapporto con i confratelli, in particolare i giovani preti che chiedono consigli per il ministero e la vita in generale.
Ripensando agli anni di formazione e agli inizi del ministero sacerdotale, la voce si irrobustisce convinta: «Essere prete non dipende dal colletto».
L’aneddoto che don Oreste ci racconta alla fine scoppiando in una risata come di un bambino, «Una mattina, salutando i fedeli della prima Messa aggiunsi: “Vado all’Ospizio… per dire Messa però», è l’immagine fedele di chi ancora, nonostante l’età, sa stupirsi per poco.
È stato parroco della parrocchia san Pietro di Acerra, per qualche anno rettore del Seminario diocesano, cappellano della Casa di riposo “Oasi sant’Antonio, dove ancora oggi celebra la Messa.
Vincenzo Guadagno
Luca Piscitelli
Giuseppe Sarnataro