La suora di Carità dell’Immacolata Concezione vive ora presso la Casa di Acerra. Da domani, giorno dell’open day della scuola Palladino, partirà il Mercatino di Natale nel quale saranno in vendita i lavori del “Laboratorio Artigianale San Martino”, nato per sottrarre Donika e altre alla prostituzione minorile.
Mi chiamo suor Grazia, suora di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, nativa di Ostuni (Brindisi) e desidero condividere con voi la mia esperienza missionaria, che risale al 17 ottobre del 1992, anno in cui la mia Congregazione ha aperto a Fier (Albania) una comunità di tre suore, su invito del Nunzio Ivan Diaz, per essere vicini, soprattutto con gli aiuti umanitari, a una popolazione ritrovatasi con la caduta della dittatura priva di lavoro e risorse per sopravvivere.
Tanti albanesi scappavano sui gommoni rischiando la vita, perché in patria la povertà materiale, sociale e spirituale era davvero tanta. Tutti insieme, missionari e volontari, provenienti da diversi paesi si è lavorato sostenendo centinaia di famiglie, offrendo loro possibilità concrete per uscire da situazioni di vita poco dignitose. Grazie alle “adozioni a distanza” si è potuto costruire case di mattoni e pozzi. Ci siamo esercitate a fare “gli imprenditori della speranza” attraverso alcuni servizi concreti: un ambulatorio infermieristico gratuito, la catechesi alle famiglie di tradizione cattolica e un laboratorio artigianale artistico.
L’incontro commovente con Donika. Il “Laboratorio Artigianale San Martino”, da me guidato, nasce nel 1994, quando Donika, una ragazza di 14 anni venne a dirmi titubante: «Mio zio ha comprato un “visto” e mi porta in Italia a lavorare». In quel tempo emergeva il fenomeno dell’esodo delle ragazze albanesi da avviare alla prostituzione minorile organizzata. Ho risposto, semplicemente ma di impulso, che in Italia non avrebbe trovato un posto lavorativo perché minorenne, ma che poteva lavorare da noi in Albania e così aiutare economicamente la sua famiglia. Ricordo ancora la luminosità dei suoi occhi e il dolce sorriso affermativo.
L’Atelier Artigianale. Il primo lavoro è stato raccogliere e far seccare i fiori di camomilla per realizzare i sacchettini “antistress” (invenzione ingegnosa). Da allora la proposta di lavorare e di guadagnare in Albania è stata fatta ad ogni giovane donna che si incontrava presso le famiglie più povere che visitavamo insieme al parroco don Konrad. In brevissimo tempo il gruppo è cresciuto (120-130). Naturalmente sono state privilegiate «tutte le figlie … massime quelle che sono sprovviste affatto dei beni di fortuna …» come ha indicato la nostra Fondatrice Beata Antonia Maria nelle sue Prime Regole del 1823. Il Laboratorio ha prodotto diversi articoli secondo la capacità di ogni ragazza: dai sacchettini di camomilla o lavanda a cestini di vimini, oggetti artistici di terracotta, tovaglie ricamate, bomboniere su richiesta dall’Italia ecc …
L’incontro con il Signore. L’Atelier artigianale è stato, per molte giovani, una opportunità per crescere nella responsabilità e nella conoscenza di se stesse. Oltre al lavoro era programmato un incontro settimanale di Formazione alla Vita, durante il quale le ragazze hanno potuto conoscere Dio, il Padre buono che ama e protegge ogni creatura. Con il tempo la situazione in Albania è cambiata rispetto agli anni ’90 … Identico tuttavia è rimasto il mio impegno di accompagnare il popolo albanese con la preghiera quotidiana.
L’approdo ad Acerra. Oggi, dall’altra sponda dell’Adriatico sono approdata nella bella città di Acerra, che mi ha accolta il 17 ottobre presso la Comunità dell’Istituto “Maria Palladino”. In questa nuova residenza, spero di continuare a donare quel poco che ho, affiancandomi a quanti amano ogni Persona senza discriminazione di provenienza sociale, religiosa, razza e colore della pelle … così come ci insegna Gesù di Nazaret e come ho già potuto osservare nei volti accoglienti delle persone che incontro ogni giorno qui ad Acerra. Grazie al buon Dio, grazie a tutti voi, miei nuovi fratelli e sorelle nelle spirito.
Suor Grazia Rotunno