La Maddalena si recò al sepolcro «quando era ancora buio». Ha negli occhi ancora il volto sfigurato del suo Signore, le lacrime della Madre addolorata, nelle orecchie il suo grido di dolore, le sue parole di misericordia. Anche noi in questo tempo ci stiamo muovendo nel buio: quello della pandemia che ancora persiste e ci preoccupa, quello della guerra in Ucraina e in molte altre parti del mondo, quello dei nostri limiti e peccati, quello che vediamo negli occhi di tante mamme che scappano dal loro paese con i loro bambini, quello di migranti che attraversano il mediterraneo, quello di molte persone che soffrono per la mancanza di lavoro, quello del creato violentato dall’inquinamento, quello di tanti giovani che temono per il loro futuro…
La Maddalena andava verso la tomba chiusa da una grande pietra (cf Mc 16,4), andava per ungere il corpo di un morto, invece ha trovato la tomba già aperta, vuota. Nel vangelo ascoltato questa notte, alle donne impaurite, i due uomini «in abito sfolgorante» dicono: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Lc 24,5-6). È risorto, non vive semplicemente nella mente e nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto e amato, è veramente risorto, fisicamente risorto. Agli apostoli spaventati pensando di vedere un fantasma, dice: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho» (Lc 24,39-40). La risurrezione non è una favola artificiosamente inventata (cf 2Pt 1,16-18), è la misura sconfinata dell’amore di Dio che ha vinto la morte. La corsa della Maddalena in 2000 anni nessuno l’ha potuta fermare, né la menzogna: «Dite così: I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo» (Mt 28,13), né la nostra poca fede, perché la Vita continua a vincere sulla morte, quell’annuncio di gioia prevale su ogni tristezza, perché Dio ha trovato rimedio a tutto, anche alla morte! Ogni giorno continua il “prodigioso duello” tra morte e vita, ogni giorno il Signore della vita che era morto, trionfa. A questo trionfo partecipiamo anche noi in forza del battesimo (cf Rm 6,4-6). È risorto! È un annuncio sconvolgente, che cambia radicalmente l’esistenza. E lo vediamo nella nostra stessa vita, quanti episodi di risurrezione possiamo raccontare – ognuno oggi potrebbe farlo nella preghiera e nella condivisione con un amico – lo vediamo nella testimonianza di tante persone che incontrando Gesù risorto hanno trovato il senso della vita. André Frossard, giornalista francese, si definiva ateo perfetto, «non si poneva neppur più il problema dell’esistenza di Dio», a vent’anni entra in una cappella per cercare un amico e dopo 5’ esce «in compagnia di una amicizia che non era di questa terra… Al momento dell’entrata, avevo vent’anni – racconta nel suo libro Dio esiste. Io l’ho incontrato –. All’uscita, ero un bambino pronto per il battesimo… risuscitato dall’onda di una gioia inestinguibile»[1]. In quella cappella ha incontrato Gesù risorto, vivo, che continua a donar vita, continua a rialzare chi vive nell’ombra e nel buio della morte (cf Lc 1,78-79).
La risurrezione ci dice che la logica di vita del Crocifisso, è una logica vincente. Agli occhi di tutti sembra un fallito: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto» (Lc 23,35) – gli dicevano – ma lui ha perdonato e giustificato i suoi crocifissori (cf Lc 23,34), ha chiamato amico colui che lo ha tradito, ha affidato la sua Chiesa a colui che ha negato tre volte di conoscerlo. Forse anche ai nostri occhi sembra una logica da perdente, ma risuscitandolo dai morti, il Padre ci ha detto che non è così perché «La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo», la pietra sulla quale possiamo costruire la nostra vita. Con la risurrezione una nuova logica è entrata nel mondo e con il battesimo noi cristiani siamo stati immersi in essa. Perciò san Paolo ci esorta: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù», vivete come ha vissuto Gesù, secondo la logica della gratuità, perché è solo questo amore che vince la morte, ogni morte, è solo questo amore che ridona la vita; perché la risurrezione va annunciata, ma prima di tutto con la propria vita di risorti, nella comunione tra noi.
Credere nella risurrezione non è facile, domenica prossima Tommaso esprime tutta la sua difficoltà, vuole vedere, vuole toccare e Gesù si fa vedere, si fa toccare (cf Gv 20,24-29). Oggi Gesù ha affidato a noi la sua stessa missione, quella di far vedere e far toccare con mano la sua presenza viva in mezzo a noi. Aiutiamoci, sosteniamoci nella fede, aiutiamo a credere, ad incontrare il risorto nella nostra vita.
«Siamo invitati a essere testimoni di Gesù Cristo, speranza del mondo in “questa
stupenda e drammatica scena temporale e terrena” (Paolo VI, Testamento), “tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (Eb 12,2) e “gettando in lui ogni nostra preoccupazione, perché egli ha cura di noi” (cfr 1Pt 5,7-8)»[2].
don Alfonso Lettieri
[1] A. FROSSARD, Dio esiste, io l’ho incontrato, SEI, Torino 1969, 12-13.
[2] CEI, Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo, 16.