La Madre del Signore è il «più importante» dei «tre personaggi» che i cristiani incontrano ogni anno nel cammino di preparazione al Natale, ha detto il presule, perché mentre il profeta Isaia «educa il popolo di Israele alla speranza in un tempo di crisi», e dopo di lui Giovanni «prepara la via», Maria è segno che «nulla è perduto» nonostante il male e il peccato dell’uomo. Con Lei, ha aggiunto Di Donna, Dio «capovolge» i termini della salvezza riportando alla «bellezza» originaria l’antico «disegno» pensato fin dall’inizio per la «felicità dell’uomo». E mentre la sfiducia di Eva e Adamo aveva generato il «male» di cui parla la prima lettura della liturgia del giorno (Gen 3, 9-15.20), dall’obbedienza di «un’altra donna» viene inaugurato il «tempo nuovo» per ricomporre l’alleanza dell’uomo con Dio, con gli altri uomini e il creato, ripulendo il nostro cuore, le nostre città, il creato e il mondo intero dal male. Ma tutto questo non senza un «turbamento» iniziale di Maria, «a queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo (Lc 1, 26-38)», a cui deve seguire l’impegno di tutti cristiani «per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (Ef 1,3-6.11-12)».
Con Maria verso il Natale di Gesù
La Madre del Signore è il personaggio più importante dell’Avvento
Alle porte del Natale andiamo incontro al Signore insieme a Maria, che «ha saputo attenderlo meglio di ogni altra creatura» sulla terra. Il vescovo Antonio Di Donna ha celebrato la Messa presso la Casa delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione, dette d’Ivrea.