Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo

Il convegno presso la Biblioteca del Seminario in Piazza Duomo

Il vescovo Antonio Di Donna e il giornalista de “Il Mattino” Pietro Perone sono intervenuti sul tema “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” nel convegno tenutosi il 25 gennaio presso la Biblioteca diocesana di Piazza Duomo ad Acerra.

L’incontro si è svolto in preparazione alla 51ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali che quest’anno sarà il 28 maggio e ha come tema “Non temere, perché io sono con te. Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”. Il Messaggio del Papa viene reso pubblico il 24 gennaio, giorno dedicato alla memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e il convegno è anche occasione per il tradizionale incontro del Vescovo con gli Operatori della comunicazione locale. Gli interventi sono stati introdotti da Antonio Pintauro, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali dal quale è stata promossa l’iniziativa. Presente la stampa locale, i rappresentanti delle Istituzioni e delle scuole, nonché i cittadini della Diocesi di Acerra e della Valle di Suessola. Il giornalista Pietro Perone, ampliando il suo intervento con un excursus sulle complessità del territorio seguite per anni dalla redazione de “Il Mattino”, ha toccato importanti temi di attualità e affermato che “comunicazione e informazione sono un dovere morale prima che professionale”. In riferimento al tema del convegno ha parlato del mondo della comunicazione come “luogo di incontro, dialogo, fondato sulla verità e sulla storicizzazione dei fatti” dove vi sia “il senso della comunità” e “la costruzione della buona notizia porti a formare la coscienza”. A questo proposito Monsignor Di Donna, riprendendo il Messaggio di Papa Francesco ha spiegato che “le notizie possono essere buone o cattive, vere o false” e che “la mente umana è come una macina da mulino che può decidere se macinare grano o zizzania”. Il Papa invita quindi a una “comunicazione costruttiva” che trovi la “giusta misura” tra un’informazione che insiste sulle “cattive notizie” incoraggiando la rassegnazione e l’ottimismo ingenuo di chi non si lascia toccare dallo scandalo del male. Il Pontefice propone una comunicazione che sia “aperta” e “creativa” e che costruisca la “buona notizia” per non cadere nel duplice pericolo di “anestetizzare le coscienze” o scivolare nella “disperazione”. Per comunicare “buone notizie” guardando in faccia la realtà è necessario avere le “giuste lenti” per vedere la stessa realtà. L’occhiale adeguato per decifrare la realtà è la buona notizia, a partire dalla Buona Notizia per eccellenza: il Vangelo di Gesù. Il Papa quindi invita ad avere fiducia nel “seme del Regno” e ad alimentare una “speranza che nasce proprio nel luogo in cui la vita conosce l’amarezza del fallimento”. Il Vescovo si è poi soffermato sulle questioni attuali riguardanti Acerra e in generale la Valle di Suessola, che hanno subito una campagna mediatica denigratoria dei prodotti locali molto dannosa perché ha portato ad un crollo dell’economia del settore e sempre in relazione alle tematiche ambientali; si è parlato dell’inceneritore, il cui ampliamento riguarderebbe l’aumento della quantità di rifiuti da bruciare. A questo proposito, Di Donna sottolinea la lotta che l’unità dei cittadini, dell’amministrazione comunale, delle associazioni e della chiesa sta portando avanti, richiamando poi le “buone notizie” spesso taciute, quali la dedizione e l’impegno di tante persone che nel silenzio, con coraggio e forza, operano sul territorio. In conclusione, il presule ha invitato gli operatori della comunicazione a fare bene il proprio lavoro consegnando loro dieci regole, il Decalogo del giornalista: avere consapevolezza della dignità del compito che ti è affidato e delle responsabilità connesse al tuo servizio; seguire sempre la voce della coscienza; avere fiducia nella forza della verità; costruire il servizio sull’ascolto dei fatti informandosi e informando su come stanno le cose; promuovi la partecipazione consapevole degli altri alla vita civile, sociale e politica; alimentare in sé e nel prossimo il desiderio di contribuire al bene comune; non dimenticare mai i poveri e i deboli prestando loro l’attenzione e dando loro voce; sii ponte di dialogo, testimone di giustizia nel rapporto tra classe politica e istituzioni; guardare alla Chiesa come una comunità amica; considerare vera ricompensa la consapevolezza di aver svolto un servizio per cui valga la pena di giocare la vita e non lasciarsi sedurre dal carrierismo e dalle lusinghe e dai compromessi morali”. Il convegno si è concluso con il dialogo tra i giornalisti e i relatori.  L’intervista del vescovo Antonio Di Donna alla Tv OttoChannel