«Una Chiesa unita al Papa che prende sul serio il cammino di fede» è quella convocata dal vescovo monsignor Giovanni Rinaldi lo scorso 25 novembre nella Cattedrale di Acerra. Una porzione di popolo di Dio che scandisce un solo nome: «Cristo Re».
Nel giorno che chiude l’anno liturgico, il vescovo di Acerra chiama a raccolta i cristiani, «non per festeggiare cose sensazionali» bensì per ricordare e vivere sempre meglio «la storia della salvezza», il «tempo lineare» entro il quale ci muoviamo verso «il compimento».
Con monsignor Rinaldi, il vescovo emerito Antonio Riboldi, il vicario generale monsignor Salvatore Petrella, i sacerdoti della diocesi. Religiosi, associazioni, movimenti e tanti fedeli accompagnano la schola cantorum nella solennità della concelebrazione.
Al centro dell’omelia la rottura dei «legami». Ma privi di essi – ammonisce monsignor Rinaldi – siamo senza Dio, vuoti e isolati, assaliti dal deserto e in preda all’anarchia individuale. Abbiamo spezzato la comunione con la famiglia – aggiunge – e i figli li facciamo in fabbrica, ubriacati dalla prepotenza dell’uomo. Non ci sono più i legami pubblici e ogni forma di appartenenza sembra essere bandita dalla società».
Ma noi – avverte il vescovo – siamo «comunione profonda», assetati di quel Gesù che «è venuto a creare il legame più grande, tra Dio e l’umanità. Con Lui si diventa più uomini, si impara a vivere insieme, si diventa «per gli altri».
Al termine dell’omelia monsignor Rinaldi richiama «la bellezza di una liturgia capace di suscitare la consapevolezza che Gesù è vivo e presente» e, prima della benedizione finale, vengono lette le disposizioni per l’acquisizione dell’Indulgenza plenaria durante l’Anno della fede, contenute nei recenti Orientamenti e norme liturgiche, disponibili sul sito Internet www.diocesiacerra.it
Giornata intensa la domenica della regalità di Cristo. Alle 16 e 15 monsignor Rinaldi incontra l’Azione cattolica riunita nella Biblioteca diocesana. «La presenza di tanti giovani è segno di fiducia e speranza» sospira davanti ad un centinaio di soci che si preparano all’Avvento «con orecchi e cuore aperto a quanto compie la Chiesa universale».
Siamo nell’Anno della fede ed è sempre più necessario ‘ aggiunge il vescovo – recare al mondo la Buona notizia, per «dirigere lo sguardo dell’uomo verso il Mistero di Cristo». Per farlo, la Chiesa deve risplendere della luce di Dio e i cristiani «convertirsi».