Allarme del vescovo: «Questa terra non sia scarto»

Di Donna invoca «precauzione» sull’inceneritore.

«Se non fermiamo gli sversamenti illeciti, stiamo svuotando una casa allagata con i bicchieri mentre il rubinetto è ancora aperto». Lo ha affermato lunedì sera il vescovo Antonio Di Donna nella Cattedrale di Acerra, dove aveva convocato la diocesi per «mantenere alta l’attenzione sulla questione ambientale». Un’intera comunità riunita intorno al pastore «per non dimenticare» e «costruire un futuro di speranza», a partire da quello che i vescovi campani chiamano «dramma umanitario» derivante dall’inquinamento.
Di Donna ha voluto la «seconda assemblea diocesana annuale» per «ripercorrere alcune tappe dell’anno, incoraggiati dalla nuova enciclica di Papa Francesco, ma anche per ricordare i nostri morti», giovani in particolare, i cui nomi ad un certo punto scorrevano su un video.
In una Cattedrale gremita da sacerdoti, sindaci e associazioni, il presule ha auspicato un futuro in cui tutti, cristiani compresi, si assumano «le proprie responsabilità» contro il rischio che Acerra diventi uno «scarto» nelle politiche di sviluppo del territorio. Ed ha chiarito: «La Chiesa non vuole offrire soluzioni tecniche né farsi giudice di situazioni o persone, bensì esercitare il suo compito di profezia, discernimento e accompagnamento».
Di Donna ha elencato «sei fatti di particolare rilevanza», a partire dall’inceneritore e dalle questioni irrisolte, e invocando il «principio di precauzione» in ambito sanitario e di governo del territorio. Ancora con una precisazione: «Il problema non è l’inceneritore in sé ma il fatto che esso è stato impiantato in un territorio dove insistono altri siti inquinanti», e ricordando che la Chiesa di Acerra fin dall’inizio «ha contestato le grossolanità di tale progetto: nel merito, per l’incidenza negativa su un ambiente già degradato, e nel metodo, perché non rispettoso della dignità delle comunità locali». Ignorando completamente quanto afferma Papa Francesco al n. 183 dell’enciclica.
«Ma ora – ha aggiunto Di Donna – il realismo dell’accettazione deve passare attraverso un serio controllo da parte di un soggetto terzo», capace di «dare alla gente le garanzie necessarie per creare un clima di fiducia, evitando l’aumento della quantità di rifiuti da bruciare, chiarendo cosa viene bruciato, verificando la regolarità dei camini e monitorando la qualità dell’aria», impegni  per i quali il presule ha invocato l’attenzione del «nuovo governo della regione».
Tra gli altri punti, il vescovo ha denunciato le «bugie mediatiche» sugli screening, annunciati e mai partiti, mentre alle istituzioni – Asl e medici – ha chiesto di «mantenere gli impegni assunti».
Un pensiero anche ai giovani agricoltori, che «lamentano il danno d’immagine» ed economico, e coraggiosamente, a proprie spese, stanno certificando i loro prodotti avviando una campagna di monitoraggio sulle acque e sui suoli. «Fate presto con le bonifiche e la mappatura dei territori inquinati», ha esortato il presule, che poi si è chiesto: «C’è ancora spazio per la naturale vocazione agricola della nostra terra?».
A proposito della legge sui reati ambientali, Di Donna ha richiamato la prevalenza di «tecnicismi che possono rendere quasi impossibile arrestare chi inquina».
Infine ha rinviato tutti al 26 settembre prossimo, quando ad Acerra confluiranno i vescovi della Campania per l’ultima delle quattro tappe della Conferenza episcopale regionale incentrate sul tema dell’educazione alla custodia e salvaguardia del creato.
 
 
Intervista al Vescovo di Acerra – TG3 Campania Edizione ore 14.00 del 27 Giugno 2015
 
 
Pubblichiamo di seguito l’articolo apparso a pagina 8 di Avvenire del 25 giugno 2015