Di Donna: più slancio missionario nelle parrocchie

Dal vescovo l’invito a coniugare comunione e apertura al territorio, con lo sguardo vigile sulle sue povertà, dai ragazzi a rischio, all’ambiente, alla domanda di giustizia

Il vescovo Antonio Di Donna ha chiuso sabato sera sera in Cattedrale i lavori del Convegno diocesano di Acerra con l’«obiettivo di fondo», che «sfida i decenni», della «conversione missionaria della vita quotidiana delle parrocchie», che è anche il sottotitolo degli Orientamenti pastorali pluriennali “Riscaldare il cuore”. Il tema di quest’anno, “Comunione e missione”, identifica le «dimensioni costitutive del nostro essere Chiesa», aveva detto il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, aprendo i lavori due giorni prima. Secondo il vescovo di Acerra, coniugare comunione e missione significa per una parrocchia avere come riferimento «la diocesi e il territorio». La comunione, infatti, non può prescindere dal «senso di appartenenza all’unica Chiesa locale», aspetto sul quale «dobbiamo crescere ancora», esorta il presule. La comunione passa poi dalle «relazioni», dal «dialogo» e dal «confronto» in parrocchia, valorizzando il Consiglio pastorale e quello per gli affari economici. Infine, il «livello interparrocchiale» della comunione, recuperando il «ruolo delle foranie » e lavorando “in rete” perché «è finito il tempo della parrocchia autosufficiente», chiarisce Di Donna. Ma una parrocchia missionaria deve anche «aprirsi al territorio» senza «chiudere gli occhi sulle sue povertà», dai «ragazzi a rischio» per i quali Di Donna invoca il ritorno dei «maestri di strada» – ancora è vivo il ricordo del Giubileo diocesano dello sport di maggio, con più di 1.500 giovani prima allo stadio e poi in Cattedrale – al «dramma ambientale» a cui rispondere con «l’educazione delle coscienze» perché si aprano, a partire «dal catechismo dell’infanzia», alle «attese di giustizia e carità» della gente, fino al sogno di «convegni dal titolo “Io amo la città”», dove «le parrocchie in comunione si aprono al territorio» e alla «famiglia » con le sue «ferite». Di Chiesa e città avevano parlato venerdì don Luigi Ciotti e Raffaele Cananzi. Il Convegno si è concluso con il concerto del Gen Rosso.

Avvenire, domenica 11 settembre 2016
Antonio Pintauro