Ancora una volta, in questa domenica di Pasqua di risurrezione, abbiamo ascoltato l’annuncio più sconvolgente della storia umana: Gesù di Nazaret – colui che è stato crocifisso e condannato come bestemmiatore, perché rivelava un volto di Dio inedito, nuovo, amico degli uomini; condannato come sobillatore del popolo, terrorista, delinquente appeso tra due delinquenti – questo Gesù di Nazareth è vivo, è risorto dai morti, il suo sepolcro è vuoto, e i suoi discepoli lo incontrano vivo!
Questo è l’annuncio più sconvolgente, la vera, l’unica vera novità dalla storia. Perché mai si è visto che un uomo sia venuto dalla morte, sia risorto dai morti! Il suo sepolcro, quello di Gesù, è l’unica tomba vuota della storia. Le altre novità che gli uomini, i grandi, i potenti, propagandano come vere novità – la nuova Repubblica, la new economy e altre cose nuove – non sono altro che cose vecchie, rivedute e corrette. Ma la vera novità è che uno ha superato la barriera della morte ed è vivo: vivo oggi, ieri e sempre, come sono vivo io che vi sto parlando, come siete vivi voi che mi state ascoltando.
Questo è l’annuncio che i suoi discepoli, questa vecchia Chiesa – vecchia di 2000 anni, con i suoi peccati, i suoi compromessi, i suoi tradimenti, le sue lentezze, i suoi peccati – questa vecchia Chiesa, ancora oggi, 2024, da Oriente a Occidente, da Settentrione a Mezzogiorno, fino agli estremi confini della terra, in questo giorno solenne annuncia in tutte le lingue, in tutte le culture, in tutte le razze, in tutti i contesti del mondo intero.
Gesù è risorto: questo è il nostro annuncio, e dobbiamo dire che la posta in gioco è molto alta. Non ci bastano, almeno a noi credenti non bastano, le letture, direi riduttive, di questo evento centrale della storia umana.
Non basta, per esempio, la lettura simbolica! E che intendo dire? E’ la visione secondo cui la risurrezione di Cristo è simbolo della vita che rinasce, come in primavera rinasce la natura, riprende il suo corso. La risurrezione di Cristo, la Pasqua, è simbolo, solo simbolo di una rinascita. Troppo poco! Non ci basta come credenti!
Tanto più ci basta una lettura mitica, in base alla quale si tratta di una specie di mito, di fiaba, di favola per bambini, una storia di cattivi che hanno crocifisso Gesù e alla fine l’eroe trionfa. Le storie a lieto fine … e questa sarebbe una delle tante storie a lieto fine? No, neanche questa lettura ci basta!
Perché, ho detto, l’annuncio che noi diamo è ben più profondo: vuol dire che Gesù veramente è risorto! Non è un simbolo, non è un mito, non è una favola!
Lo dice nel segno questo grande cero pasquale che stanotte nell’assemblea buia è stato acceso. E su questo cero pasquale ci sono dei segni fortissimi: la lettera Alfa e la lettera Omega, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco corrispondente al nostro alfabeto, ad A e Z, a dire che “Cristo risorto è il primo e l’ultimo, il principio e la fine” di tutta la storia umana, è il centro, è il cuore. E’ la chiave che spiega gli enigmi, gli interrogativi che ci accompagnano nel pellegrinaggio terreno.
Quanti interrogativi, soprattutto in alcuni momenti come quello in cui stiamo vivendo anche ad Acerra in questi giorni, gli interrogativi capitali: da dove veniamo? dove andiamo? vale la pena impegnarsi, combattere? qual è il significato ultimo del morire, del soffrire, del gioire, dell’amore? e che c’è dopo la morte? possiamo sperare in qualcosa? in che cosa possiamo ancora sperare? oppure la speranza è morta? è finita? non vale più la pena di andare avanti?
Questo cero! Con i suoi simboli, la luce accesa, segno del Cristo risorto, Alfa e Omega, la parola, la password, direi il centro, il cuore della storia!
E poi ci sono dei numeri su questo cero: due zero, due quattro, 2024, a indicare che il Cristo risorto è presente ed è vivo oggi, qui, in questo tempo, 2024, perché Lui è il Signore della storia, il giudice di tutte le cose.
Non ci basta pertanto neanche quella lettura, per esempio spiritualista, intimistica, che dice: “Sì, Gesù è vivo come vive una persona che muore nei cuori dei suoi amici e dei suoi familiari”. “Tu sei vivo, rimarrai vivo nel nostro cuore” talvolta si scrive negli striscioni ai funerali di persone morte, soprattutto giovani, di morte prematura. Una frase commovente, degna di commozione. Ma non ci basta!
Gesù non è vivo come è vivo un maestro nel cuore dei discepoli. Gesù non è vivo come un maestro che lascia degli insegnamenti, per quanto sublimi, per quanto grandi. No, non è così. È vivo veramente!
Alla fine della celebrazione io chiederò, come ogni anno, di scambiarci gli auguri, non dicendo in maniera formale: “Buona Pasqua”, non mi piace! Io propongo sempre al mio popolo che ci si scambi gli auguri come fanno i nostri fratelli e sorelle dell’Oriente, che in greco l’uno dice all’altro: “Cristo è risorto” e l’altro risponde: “E’ veramente risorto”, dove l’accento è su quel “veramente”, non nella fantasia dei discepoli, non nel mito, non nella leggenda.
Se non ci fosse stato “veramente” quell’evento misterioso, unico, certo, perché nessuno è stato testimone diretto di quell’evento; se non ci fosse stato quell’evento, che Gesù è risorto dai morti, ed è vivo e si fa incontrare, vivo, mangia e beve con i suoi discepoli dopo la sua croce; se non ci fosse stato quell’evento della risurrezione, non sarebbe partito quel movimento irresistibile che è il cristianesimo, che ha cambiato la storia. Con fatica, certo, ma la cambia e la sta cambiando! Senza la risurrezione di Cristo non ci sarebbe stato movimento cristiano.
No, “se Cristo non è risorto”, dice san Paolo, “la vostra fede è vana”, state perdendo tempo. La risurrezione di Cristo sta al centro ed è fondamento, la base di tutto il sistema cristiano. Togli la risurrezione di Cristo, cade come un castello di sabbia, cade tutto il cristianesimo. Senza la risurrezione di Cristo noi siamo perduti, siamo come quelli che non hanno speranza. Dunque la posta in gioco è molto alta.
Ma la Pasqua è cambiamento, rinnovamento. C’è tutto un movimento nella Pasqua. Abbiamo ascoltato dalle letture, dalle sacre pagine della Scrittura, di un movimento che riguarda intanto per primo proprio Lui, il Crocifisso. Colui è stato sepolto, si è alzato! E’ interessante notare che per dire “è risuscitato” in greco si usino due verbi che significano: “Si alzò, si alzò”. Gesù si è alzato. Quando uno giace in maniera orizzontale, è morto o è malato. L’uomo, l’homo sapiens, sta eretto, sta in piedi, è alzato. Gesù, si è alzato, ha abbandonato la posizione passiva, orizzontale, e si è alzato, si è svegliato, si è alzato.
E poi c’è il movimento delle donne, le prime in quel mattino della domenica, il primo giorno della settimana, ad andare al cimitero. Solo le donne rimaste fedeli a Gesù – gli uomini, perfino i suoi discepoli, sono scappati: chi lo ha tradito, chi lo ha rinnegato; tutti sono andati via, tranne Giovanni, il più giovane legato a Gesù – per prime vanno al cimitero, al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. E quando lo vedono vuoto, l’uomo seduto lì dice loro: “Voi cercate Gesù, il Crocifisso! Ma non è qui, si è alzato, è risorto, è vivo. Andate a dirlo ai suoi discepoli”. E i discepoli non ci credono.
Abbiamo ascoltato dal Vangelo degli uomini, Pietro e Giovanni, che non danno conto dell’informazione recata loro dalle donne. Magari penseranno tra se: “Lo sai, le donne come sono pettegole, hanno la lingua lunga, poi sono fantasiose. Chissà che hanno visto, chissà cosa pensano”. E si mettono a correre anche loro. Pietro e Giovanni “corrono!”. Ecco un altro verbo di movimento! “Giovanni, più giovane, arriva prima di Pietro” dice il Vangelo. Tutte e due corrono per rendersi conto di persona. Troveranno il sepolcro vuoto, troveranno le bende, il sudario raccolto ordinatamente. Non vedono Gesù. Poi Gesù si incontrerà, mangerà, berrà pure con loro.
Ecco allora il movimento: si alzò, si svegliò, si è svegliato; le donne che corrono; i discepoli che si mettono a correre!
La Risurrezione ha dunque a che fare con il dinamismo, il movimento, il rinnovamento della mente e di tutti i propri giudizi. Ma probabilmente, la difficoltà di credere nella risurrezione del Signore, il nostro scetticismo di uomini ben pensanti, di uomini e donne che sono restii a credere in un cambiamento, diciamo la verità, è perché evidentemente non siamo abituati alle cose nuove, veramente nuove. Siamo scettici, diciamo la verità! E se siamo scettici è perché non vediamo intorno a noi cose veramente diverse, cose veramente nuove. C’è il vecchio, il vecchio riveduto e corretto. Lo dice il proverbio popolare: “Può cambiare il maestro, ma la musica è sempre la stessa”.
Siamo diventati scettici, eppure da allora si è sprigionato un movimento. Certo, questo movimento ancora deve fare i conti con la fatica della storia. C’è, c’è stato un duello, lo dice la bellissima sequenza che abbiamo ascoltato: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello”. Una lotta tra la morte e la vita. “Il Signore della vita che era morto, ora è vivo”. Si è alzato, si è svegliato. Questa lotta tra morte e vita continua … La Risurrezione ha aperto, ha squarciato un varco come in un muro, come tra un’inferriata squarciata è passato il gabbiano, l’uccello si è ferito passando tra i ferri ma ha aperto un passaggio. È incominciato con la risurrezione di Gesù un futuro nuovo, il futuro definitivo del mondo.
E noi viviamo tra quanto già è avvenuto 2000 anni fa, in quella mattina di Pasqua, e un non ancora, che deve ancora venire. Stiamo in mezzo, e dipende da noi da che parte ci schieriamo: dalla parte di quelli che vorrebbero che le pietre sul sepolcro rimanessero sempre, non fossero mai spostate? quelli che uccidono la speranza degli uomini? i furbi che speculano sui fatti della vita e della storia? quelli che ne guadagnano? quelli appunto che non vorrebbero che la pietra fosse rotolata dal sepolcro, come si dice anche: “Mettiamoci una pietra sopra una pietra sopra a dire chiudiamo l’argomento, il discorso è chiuso, non si può fare niente, così deve andare, così è e così sempre sarà”?
O invece vogliamo schierarci, nonostante i fallimenti, nonostante le difficoltà, dalla parte di questo futuro nuovo? e scommettere, rischiare su di esso – anche se non ne vediamo i segni e non ci accorgiamo che già si realizza in mezzo a noi – affidandoci al Dio a cui nulla è impossibile? Il Dio dell’impossibile: il nostro Dio è il Dio dell’impossibile, che realizza le sue promesse.
Anche ad Acerra stiamo in questo tempo. Una città legatissima alla Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, che ogni anno si ripete con una massiccia partecipazione popolare da ormai più di un secolo. Quest’anno ci ha fatto onore di partecipare anche il Prefetto di Napoli, il dottore Michele Di Bari.
In quella Sacra Rappresentazione però c’è un limite. La città di Acerra è legata al Venerdì Santo, al Gesù morto, il Crocifisso, non va oltre! A quando una Sacra Rappresentazione sulla risurrezione di Gesù? Ci fermiamo alla Passione, alla Croce, alla morte, come un popolo di rassegnati, come uno che si ferma solo alla Passione, alla Croce e non va oltre?
Ma la fede cristiana non accetta un Venerdì Santo senza la Pasqua, non c’è Croce senza Risurrezione. Molto bello il Crocifisso di questa Cattedrale. Non so se ci avete fatto caso. Il mio predecessore, il vescovo Giovanni, lo ha voluto così. Guardate bene a questo Crocifisso: è un Crocifisso particolare, perché è sì legato alla Croce, ma le sue mani sono schiodate dalla Croce. È il Crocifisso che è già risorto, il Crocifisso Risorto.
Per darvi un’altra idea: chi non è stato mai ad Assisi e non ricorda quel bellissimo Crocifisso di San Damiano, davanti al quale il grande Francesco sente la sua chiamata? Parlo del Crocifisso di San Damiano, opera di Cimabue, che adesso sta nella Chiesa di Santa Chiara ad Assisi. Se lo guardate bene, ed esaminate con cura la sua posizione vi accorgete che non sembra che soffra, è un Crocifisso glorioso, è una Croce gloriosa. È un volto impassibile, fermo, sereno, con i suoi occhi grandi, aperti, con i capelli che cadono sulle spalle, il perizoma dorato. E’ il Cristo glorioso. Ecco: il Cristo Crocifisso e Risorto.
Cara città di Acerra, supera il Venerdì Santo! Vai oltre, non ti fermare alla Sacra Rappresentazione della Passione del Signore, non chiuderti nella rassegnazione.
Certo, siamo nel chiaroscuro, e ci sono dei segni di esso in questi giorni in mezzo a noi.
C’è un pò di luce che si vede alla fine del tunnel, perché la Regione, attraverso il suo Presidente, ha fatto delle promesse, si è impegnato. Adesso non conta chi rivendica a se il titolo, il merito di aver favorito questo impegno del Presidente De Luca, non è importante questo, ma il bene della città, da qualunque parte venga e chiunque lo promuova. Lasciamo stare le beghe di chi vuole arrogarsi il merito di averlo favorito!
Purché sia però una vera svolta, una vera svolta! Fino ad oggi abbiamo l’impegno della Regione di soprassedere sulla cosiddetta 4ª linea. Più volte il Presidente della Regione l’ha confermato, è venuto anche qui a confermarlo. Siamo contenti, speriamo, anche se dobbiamo aspettare i fatti.
Siamo anche alla vigilia, l’anno prossimo, del cambiamento del gestore dell’inceneritore, A2A, e quindi siamo alla vigilia di movimenti anche in questo campo: ci auguriamo, io sono convinto, e offro fiducia all’ente Regione che si è impegnato a cancellare la cosiddetta 4ª linea.
Ma ci sono altre cose che devono ancora avvenire. Deve essere costituito un comitato di saggi in città, e soprattutto va fatta un’indagine sulla salute dei cittadini di Acerra: questo pure è tra gli impegni presi dal Presidente De Luca, aspettiamo! Questa è la cosa per me più importante!
Perché, come dicevo, siamo anche ancora dentro le tenebre e il regno della morte: le centraline continuano a sforare ancora in maniera determinante, l’aria è malata, l’aria è infetta; e inoltre, i dati epidemiologici sulla salute degli Acerrani dicono in maniera inequivocabile che siamo a un tasso di tumori molto alto, l’incidenza dei tumori ad Acerra è molto alta. C’è ancora da fare, aspettiamo che sia una vera svolta. Aspettiamo davvero che ci sia da parte delle Istituzioni questo impegno preso.
Siamo ancora nelle tenebre per questo grave fatto della giustizia che è venuto, contro la sete di giustizia dei cittadini di Acerra, che ancora patiscono malattie e morti, e quelli che si sono resi responsabili di disastro ambientale vedono riconosciuta la loro opposizione alla confisca dei beni.
Il vescovo non è contro nessuno. Anche i peccatori più incalliti sono miei figli. Non posso fare chi figli e chi figliastri, nel bene e nel male. I peccatori, pure più incalliti, sono figli nostri, fratelli e figli della Chiesa. Ma la giustizia deve fare il suo corso. È una vergogna ed è un attentato alla giustizia ad Acerra quello che è accaduto.
Ci auguriamo tutti che si corra ai ripari, anche se dovrebbero fare un esame di coscienza quelli che hanno prodotto questo guaio: dove erano quelli che dovevano controllare, osservare, vigilare? in questi mesi, in questi ultimi anni, quando il processo andava avanti? come mai non ci si è accorti in tempo che c’era un vizio di forma in base al quale tutto è stato poi coperto? Questo fa pensare e certamente depone negativamente! E dov’era la controparte? chi ha difeso Acerra durante questo processo? chi doveva farlo e non l’ha fatto? Sono veramente tanti gli interrogativi!
C’è infine ancora una luce. È stato istituito da poco l’Osservatorio ambientale regionale sull’inceneritore. Era stato istituito, pensate, nel 2016. Dopo otto anni, finalmente, abbiamo l’Osservatorio. E va bene, sia lodato Dio, purché venga. E ne fanno parte alcuni membri, tra i quali tre nostri concittadini, persone degnissime, e io mi auguro che facciano veramente il loro lavoro e li ringraziamo per il loro servizio perché è necessario, anche se questo Osservatorio a mio parere nasce già con alcuni limiti e alcune debolezze che non sto qui a dire, ma certamente accogliamo almeno la buona notizia che un Osservatorio sull’inceneritore finalmente c’è.
Tra le sue finalità c’è quella di informare, di comunicare ai cittadini di Acerra il futuro, il presente, il futuro dell’inceneritore e di sciogliere quei dubbi che abbiamo sempre avuto: quanto brucia questo inceneritore? è vero che va al di là delle sue possibilità? e chi lo controlla veramente? e le ceneri che fine fanno? e l’esame delle ceneri quando verrà fatto? Tanti ancora interrogativi da sciogliere.
Cari fratelli e sorelle, la Pasqua è sempre Pasqua, la Risurrezione è sempre la Risurrezione. Con la Risurrezione di Cristo è stato aperto un futuro nuovo, che cammina nella storia: in 2000 anni quel seme ha trasformato l’umanità e non si può negare che l’abbia trasformata!
Anche se alcune schegge, che pure vengono e sono figlie del Vangelo, sembrano oggi impazzite, a partire dalla Rivoluzione francese e l’inizio della cosiddetta laicità di in un grande Paese come la Francia. Eppure “fraternità, uguaglianza e libertà” sono valori evangelici, nati dal Vangelo, dalla Risurrezione di Cristo. Vengono di là, la loro fonte, la loro origine è quella, e chi lo nega è disonesto, culturalmente non ammette la realtà storica!
Il Vangelo ha seminato, ha seminato e continua a seminare. Certo, in questo continuo duello tra morte e vita. Ma noi siamo fiduciosi e oggi celebriamo la Pasqua come uomini e donne di speranza e di Risurrezione.
“Morte e vita si sono affrontati in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto. Ma adesso vivo trionfa”. Sì, vivo, vivo, vivo, trionfa e trionferà sempre.
Ecco perciò, a partire da questi ragazzi, con i quali mi scuso perché il Vescovo parla difficile, non adatto a loro, adesso li voglio coinvolgere negli auguri. Non mi piace “Buona Pasqua”. Non dovete dire “Buona Pasqua”. Sapete come dovete dire? Io dico a voi: “Cristo è risorto”, e voi rispondete: “Cristo è veramente risorto!”. Vogliamo fare la prova? “Cristo è risorto, veramente è risorto”.
Antonio Di Donna
Alcuni scatti della Veglia pasquale di Luigi Buonincontro