La Cresima, per scoprire e incontrare Gesù

Al via gli incontri di Forania del Vescovo con i parroci ed i catechisti della Cresima. Questa sera ad Acerra, alle ore 19.00, presso l’Istituto delle Suore San Giuseppe

Un momento «critico» da vivere «bene», per portare a «vera maturità la fede ricevuta nel Battesimo da bambini». Così il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, definisce il tempo di preparazione al sacramento della Confermazione o Cresima, ed esorta i giovani che hanno «chiesto alla comunità cristiana» di riceverlo, a prepararsi «bene», «affinché questa vostra scelta sia libera, personale e responsabile», e quindi non condizionata da conformismo sociale: “fanno tutti così”».

 

Ma per farlo, bisogna «accogliere con docilità l’itinerario che la vostra parrocchia vi propone», itinerario che «condurrà alla scoperta di Gesù, a maturare l’appartenenza alla vostra comunità e a vivere, come diceva don Bosco, da ‘buoni cristiani e buoni cittadini’».

 

E quindi, l’impegno «a frequentare gli incontri di catechesi, e a partecipare all’Eucaristia domenicale». La Messa della domenica, scrive il vescovo, è «il momento centrale della preparazione», e «proprio il legame tra l’incontro di catechesi e la partecipazione alla Messa domenicale dev’essere ritenuto il primo criterio di discernimento di idoneità per l’ammissione alla Cresima». Perciò, Di Donna insiste: «Senza la partecipazione all’Eucarestia della domenica non ha senso ammettere i cresimandi al sacramento», esortando a non chiedere «un periodo ridotto, quasi “uno sconto” con il Signore», perché la preparazione alla Cresima non deve essere «affrettata» e va fatta «prima della celebrazione del matrimonio», solo «in caso di vera impossibilità di un’adeguata preparazione, la Cresima può essere rinvita dopo il matrimonio», per cui «è indispensabile che l’itinerario verso la Confermazione non sia affrettato e che le persone possano veramente riscoprire la fede». Di Donna indica poi con precisione i criteri di idoneità del padrino/a, fino a «prendere in considerazione anche l’eventualità di fare a meno del padrino in mancanza di persona cristianamente idonea».