La festa conclusiva del Grest, occasione per dare continuità al servizio verso i bambini, specie i più disagiati. Parla don Pagniello direttore di Caritas italiana: ogni diocesi è chiamata a guardare a bisogni e risorse abitando il territorio
Acerra ( Napoli)
ANTONIO PINTAURO
I«cavalieri erranti» sfilano, suonano, cantano e recitano circondati dalla suggestiva scenografia preparata nel chiostro del Seminario di Acerra. Sono duecento bambini e ragazzi, che per tutto l’anno la Caritas diocesana accompagna con attività educative attraverso il Centro diurno per minori a rischio, e portano in scena lo spettacolo che chiude il campo estivo. Vengono dai quartieri difficili intorno alla Cattedrale di Acerra, spesso teatro di degrado e microcriminalità. Alcuni sono figli di immigrati che trovano nella comunità ecclesiale l’unico punto di riferimento. «Un percorso formativo e ludico di integrazione dove ogni bambino è accolto e ascoltato come a casa», spiega l’educatrice Rosaria Petrillo.
L’impegno di decine di giovani volontari, anche adulti, garantisce ore di doposcuola, sport e laboratori nella “casetta” nel giardino dell’episcopio, sotto le finestre del vescovo, e sul campo sportivo polivalente, un gioiellino alle spalle del Duomo tra le case fatiscenti del centro storico: un’“opera segno” contro le povertà economiche ed educative, scelta dalla Chiesa italiana per promuovere le attività realizzate nel mondo con i fondi dell’otto per mille. Un fiore all’occhiello della Caritas diocesana, la cui attività è ancora più preziosa durante l’estate che aumenta i disagi di tante famiglie e bambini. Nei giorni scorsi si è celebrata la festa conclusiva del Grest, che per più di un mese ha coinvolto bambini, ragazzi e giovani. « La Chiesa non va in ferie e noi proviamo a dare sollievo e speranza ai ragazzi e alle loro famiglie anche in questa stagione dell’anno» spiega il direttore di Caritas diocesana di Acerram Vincenzo Castaldo. « Il campo estivo si pone in continuità con il Centro diurno per minori, che tutti i giorni dell’anno lavora con i ragazzi per arginare le povertà educative attraverso l’inclusività e l’integrazione. Perciò abbiamo offerto gratuitamente anche un corso di italiano grazie all’impegno di insegnanti volontari» chiarisce. « Leggere la storia e la realtà con gli occhi dei poveri chiede a noi e a ogni Chiesa diocesana di guardare ai bisogni e alle risorse abitando il proprio territorio», dichiara don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, arrivato da Roma. Per don Marco, contro le povertà educative ed economiche di tanti giovani e famiglie «bisogna attivare la comunità ». Acerra è un «esempio ». Perché «l’educazione delle nuove generazioni non può essere lasciata solo ai genitori, solo alla scuola o alla parrocchia». È compito da svolgere «insieme». Il direttore saluta e ringrazia i ragazzi: «Stasera mi avete ricordato l’importanza di sognare e, ancora di più, di farlo insieme».
Secondo il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, è «molto grave» che la Chiesa si trovi spesso «sola» in questa sfida. Il presule, tutti i giorni «accompagnato nel lavoro da questo gioioso chiasso sotto le mie finestre», ricorda che talvolta «le istituzioni sono lontane e non riconoscono il valore sociale dell’opera educativa svolta ». A loro dunque, soprattutto alle amministrazioni comunali, l’appello forte a «riconoscere il valore sociale di quello che facciamo».
Durante la serata ventidue bambini e ragazzi ucraini di Kiev, che la diocesi di Acerra ha ospitato per il Summer camp Caritas internationalis nella città di Arienzo presso l’Istituto delle Suore Angeliche di San Paolo e che hanno partecipato al campo, cantano nella loro lingua. Il vescovo Di Donna ringrazia «Caritas italiana che permette alle Caritas diocesane di crescere nell’educazione alla carità», e don Marco che «da Roma è venuto a trovarci ». E a quelli che hanno il volto rigato dalle lacrime ricorda di non piangere perché la Chiesa non va in ferie.
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Ventidue ragazzi di Kiev tra i protagonisti della serata finale del percorso. Dal vescovo Di Donna l’appello forte alle istituzioni perché «riconoscano il valore sociale di quel che facciamo». Il campo estivo in continuità con il centro diurno per minori
Nel chiostro del Seminario di Acerra la conclusione del campo estivo per i ragazzi a rischio
Da Avvenire del 18 luglio 2023