Oggi Luca ci porta a Betania nella casa di Marta, Maria e Lazzaro. Gesù è stato invitato da Marta che è indaffarata, è distolta dai molti servizi, sta preparando il pranzo per l’ospite e, nell’affanno, nell’ansia del fare, si avvicina a Gesù per rimproverarlo con parole dure: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Se a Gesù non importava nulla, non accettava il suo invito. Certo, Marta sta preparando il pranzo proprio per lui, magari qualcosa di più elaborato visto che ha un tale ospite. Eppure Gesù dice che deve fare come Maria, stare seduta ai suoi piedi ad ascoltare.
Se anche Marta si siede, chi prepara il pranzo? Ma cosa dobbiamo fare?
Allora è lecito domandarci: Ma da noi Gesù cosa vuole?
Gesù da noi non vuole niente. Vuole noi: lui che ci ha dato tutto se stesso (cf Gal 2,20), desidera tutto noi stessi; vuole che godiamo il dono della sua amicizia e non ci perdiamo nelle cose da fare. Proviamo a dialogare con lui, cerchiamo di chiarirci le idee visto che Marta ha rimproverato Gesù e lui ha rimproverato Marta.
Io direi al Signore: “Gesù, ma io ogni mattina, prima di uscire di casa faccio le mie preghiere, la sera prima di dormire dico anche l’Ave Maria, faccio l’esame di coscienza, la domenica sono sempre presente alla Messa, anche d’estate. Cerco di comportarmi bene, di osservare i comandamenti anche se alcuni non li comprendo ancora, mi impegno a fare qualche buona azione, a stare attento ai poveri… Tutto questo lo faccio per te”.
“Sì – risponderebbe Gesù – ti vedo ogni mattina, ancora assonnato a farti il segno della croce, a balbettare un Padre nostro, la sera ad addormentarti con l’Ave Maria tra le labbra e il cuscino e anche la domenica, sempre lì allo stesso posto in chiesa; vedo che non passi oltre quando vedi un povero e che ti impegni nel tuo lavoro… Ma io desidero stare con te. Tu fai tutte queste cose per me, ma non riesci a stare un po’ con me come ha fatto Maria che, seduta ai miei piedi, ascoltava la mia parola, mi teneva compagnia, era lì con me. Tu fai tutto per me, ma non mi doni te stesso, non mi dai il tuo tempo; ti affanni in tante cose, ti stanchi, ti appesantisci, ma non riesci a trovare in me il senso e la pienezza della tua vita, pensi di dover riempire il tempo di cose da fare e la preghiera di cose da dire. E allora ti tieni super impegnato, non esiti a fare anche mille cose con la nobile intenzione di farle per me, ma rischi di perderti l’essenziale, ciò che resta e nessuno ti potrà togliere, ciò che dà senso e gusto ad ogni altra cosa: stare con me, godere della mia presenza, della mia amicizia.
Marta mi ha invitato ed io con gioia ho accettato di andare a casa sua, desideravo tanto passare del tempo con lei, ma lei per fare tante cose per me, non è stata con me. Tu resta con me e sicuramente riuscirai anche a fare molto per me. Non temere, non è tempo perso quello in cui non fai nulla di particolare se non leggere una pagina del Vangelo, così quando fai un po’ di compagnia ai tuoi nonni, quando dici una parola di conforto a persone ammalate, quando giochi con i tuoi figli, quando dai consigli a qualche giovane, quando ti impegni ad evitare sprechi e impieghi tempo nel differenziare i rifiuti per curare il creato. Molte cose buone non si fanno, semplicemente si vivono”.
Un tale “rimprovero” non ci offenderebbe, ma sarebbe per noi consolazione e forza per crescere nella nostra amicizia con Gesù.
La Vergine Maria ci aiuti ad avere la sapienza del cuore per poter stare ai piedi di Gesù per ascoltarlo ed essere pronti come Marta nel servirlo nei nostri fratelli e sorelle. «Ci doni la grazia di amare e servire Dio e i fratelli con le mani di Marta e il cuore di Maria» (Papa Francesco).
don Alfonso Lettieri