«Guardate ai vostri patroni per diventare testimoni coraggiosi di Cristo senza rincorrere gli influencer». L’invito caloroso ad essere coerenti con il proprio battesimo lo ha rivolto ieri il vicario apostolico di Istanbul, Massimiliano Palinuro, ai fedeli raccolti ad Acerra in Cattedrale per la festa dei santi Cuono e figlio.
Tra monsignor Antonio Di Donna e don Massimiliano c’è profonda amicizia. Per il vicario apostolico di Costantinopoli il vescovo di Acerra è «un maestro che mi ha donato sapienza incoraggiandomi sempre con affetto». Del resto monsignor Palinuro, originario di Ariano Irpino, è stato ordinato sacerdote e poi inviato in Turchia rispettivamente da due vescovi originari della diocesi Acerra: Gennaro Pascarella, oggi vescovo di Pozzuoli, e il compianto monsignor Giovanni D’Alise.
Alla base dell’invito di monsignor Di Donna c’è però un motivo preciso: i santi patroni sono originari dell’antica città di Iconio, attuale Konya in Turchia. Essi sono «figli di una delle più antiche comunità fondate da Paolo e Barnaba nei primi giorni dell’era cristiana» ha detto durante l’omelia monsignor Palinuro invitando le «famiglie» a ritrovare il «coraggio della fede» sull’esempio di Cuono e del figlio Conello, morti martiri nel 275 d. C. Il loro culto si è diffuso ad Acerra fin dal nono secolo e «ancora oggi a molti cristiani nella vita quotidiana è chiesto l’eroismo della fede» ha continuato il vicario apostolico raccontando di una famiglia di un piccolo paese iraniano che ha ricevuto il battesimo nella sua città di Istanbul a Pasqua. Il padre ha accettato di perdere il lavoro e di essere emarginato fino a giungere in «esilio» con i suoi cari nella capitale turca pur di non rinunciare alla fede in Cristo che in sogno gli aveva ripetuto: «Lazzaro alzati». Avevano conosciuto Cristo grazie al figlio diciottenne che non aveva rinunciato a «cercare la verità» scoprendo il Vangelo attraverso Internet. Perciò «lasciatevi ancora affascinare da Gesù che illumina la vostra vita e il futuro» ha esortato Monsignor Palinuro i tanti giovani presenti. Monsignor Di Donna ha ringraziato per una testimonianza che scuote la nostra fede «all’acqua di rose».
Il vescovo di Acerra ha chiesto al vicario apostolico di portare poi i ringraziamenti al patriarca Bartolomeo «dalla Terra dei fuochi per l’impegno che la Chiesa ortodossa pone a favore del creato», mentre centinaia di giovani hanno partecipato la sera alla processione delle statue dei patroni per le strade di Acerra: si tratta dei partecipanti all’iniziativa Arreto Santu Cuono, un progetto della diocesi per rianimare il quartiere alle spalle della Cattedrale che porta il nome dei patroni, lasciato ai margini per troppo tempo e ferito dal degrado. Attività sportive e formative si sono svolte per diverse settimane nella moderna struttura polivalente nel «cuore pulsante della città» realizzata grazie ai fondi dell’otto per mille e della diocesi. Anche un concorso per le scuole di Acerra ha fatto conoscere meglio i santi patroni ai ragazzi.
Antonio Pintauro
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