Quanto ha detto Francesco sul matrimonio, parlando alle migliaia di giovani napoletani raccolti di fronte al mare di Napoli, libera il campo da ogni tentativo di far dire al Papa quello che non ha detto, come spesso fanno i mezzi di comunicazione per confondere la gente.
Con lucido realismo cristiano e rispondendo alla domanda di una coppia di sposi che chiedeva suggerimenti su come testimoniare la bellezza della famiglia nel mondo di oggi, Papa Francesco non ha nascosto la “profonda crisi” in cui versa la famiglia, ammettendo di non avere “ricette” e ricordando i due sinodi in corso “ispirati dal Signore”.
Non per questo, il Papa ha rinunciato a pronunciare parole chiare sulla verità del matrimonio, indicando due imprenscindibili capisaldi: la “testimonianza dell’amore” e “molta preghiera”. L’amore tra marito e moglie non è un sentimento fugace che gli sposi possono gestire arbitrariamente e a seconda degli stati d’animo. Per questo, con la sua solita semplicità disarmante, il Papa ha sgombrato il campo da ogni atteggiamento superficiale, come quello di chi è tentato di dire dopo aver incontrato un altro uomo o un’altra donna: “Se l’avessi conosciuto prima, l’avrei sposato”. “Tuo marito e questo è basta”, ha tuonato Papa Bergoglio, invitando con inconfondibile chiarezza a “chiudere le porte subito” ad ogni grillo per la testa e suggerendo “molta preghiera perché l’amore non si spegni”. Francesco ha anche esortato a vivere il “noi” contro la tentazione dell'”io”: “Chiedete più spesso all’altro se una cosa gli piace”, ha detto il Papa richiamando la sapienza popolare: “La gioia in due diventa il triplo, la pena in due diventa mezza”.
“Litigate quanto volete”, ha ancora provocato Francesco, “ma non andate a dormire senza aver fatto pace, perché anche la rabbia va spenta subito”.
Il Papa argentino in visita a Napoli ha sottolineato l’importanza del fidanzamento, un tempo “sacro” che deve nutrirsi di “rispetto” e nel quale “maturi” l’amore. Perciò, “la preparazione al matrimonio non è la stessa cosa che imparare una lingua”, perché “non si diventa sposi in otto lezioni”. Eppure, è il rammarico del Papa, molti oggi preferiscono convivere, e anche quando pensano di sposarsi in chiesa, fanno contare più “il ristorante e le bomboniere” che la celebrazione del sacramento:
“Dov’è la fede in tutto questo?”, si è domandato il Papa, che, per la terza e ultima volta in una giornata, ha salutato tutti con un simpatico “A Maronn v’accumpagn”.
Con lucido realismo cristiano e rispondendo alla domanda di una coppia di sposi che chiedeva suggerimenti su come testimoniare la bellezza della famiglia nel mondo di oggi, Papa Francesco non ha nascosto la “profonda crisi” in cui versa la famiglia, ammettendo di non avere “ricette” e ricordando i due sinodi in corso “ispirati dal Signore”.
Non per questo, il Papa ha rinunciato a pronunciare parole chiare sulla verità del matrimonio, indicando due imprenscindibili capisaldi: la “testimonianza dell’amore” e “molta preghiera”. L’amore tra marito e moglie non è un sentimento fugace che gli sposi possono gestire arbitrariamente e a seconda degli stati d’animo. Per questo, con la sua solita semplicità disarmante, il Papa ha sgombrato il campo da ogni atteggiamento superficiale, come quello di chi è tentato di dire dopo aver incontrato un altro uomo o un’altra donna: “Se l’avessi conosciuto prima, l’avrei sposato”. “Tuo marito e questo è basta”, ha tuonato Papa Bergoglio, invitando con inconfondibile chiarezza a “chiudere le porte subito” ad ogni grillo per la testa e suggerendo “molta preghiera perché l’amore non si spegni”. Francesco ha anche esortato a vivere il “noi” contro la tentazione dell'”io”: “Chiedete più spesso all’altro se una cosa gli piace”, ha detto il Papa richiamando la sapienza popolare: “La gioia in due diventa il triplo, la pena in due diventa mezza”.
“Litigate quanto volete”, ha ancora provocato Francesco, “ma non andate a dormire senza aver fatto pace, perché anche la rabbia va spenta subito”.
Il Papa argentino in visita a Napoli ha sottolineato l’importanza del fidanzamento, un tempo “sacro” che deve nutrirsi di “rispetto” e nel quale “maturi” l’amore. Perciò, “la preparazione al matrimonio non è la stessa cosa che imparare una lingua”, perché “non si diventa sposi in otto lezioni”. Eppure, è il rammarico del Papa, molti oggi preferiscono convivere, e anche quando pensano di sposarsi in chiesa, fanno contare più “il ristorante e le bomboniere” che la celebrazione del sacramento:
“Dov’è la fede in tutto questo?”, si è domandato il Papa, che, per la terza e ultima volta in una giornata, ha salutato tutti con un simpatico “A Maronn v’accumpagn”.