Secondo monsignor Di Donna, il pomeriggio di giovedì 20 novembre a Pompei e’ stata “un’esperienza di Grazia e comunione profonda” per l’intera Chiesa di Acerra.
E a sera, mentre i pellegrini festosi davano l’ultimo saluto alla Madonna cantando e sventolando fazzoletti al cielo per la suggestiva copertura del quadro della vergine, Di Donna confessava “la tentazione di riproporre ogni anno un pellegrinaggio diocesano per le vocazioni nella città mariana vista la partecipazione così massiccia della gente”. Poi, visibilmente contento, esortava: “Torniamo tutti a casa pieni di gioia con il sorriso di Maria”, già percepibile sui volti stanchi ma felici di quanti alla spicciolata raggiungevano i 35 pullman e le macchine ferme nel parcheggio del santuario per fare ritorno nelle proprie città.
In tanti avevano raggiunto Pompei da tutte le parrocchie della diocesi rispondendo positivamente all’invito del Centro per le vocazioni della Chiesa regionale campana.
Una tappa importante di avvicinamento al 26 aprile dell’anno prossimo, giorno in cui sarà celebrata in Campania la Giornata nazionale per le vocazioni.
In vista di tale appuntamento, le diverse chiese della Campania si stanno alternando una volta al mese in preghiera nel santuario per il dono speciale delle vocazioni.
I pellegrini di Acerra sono stati accolti dal prelato di Pompei, Tommaso Caputo, che si è detto sicuro di una risposta positiva della Madonna, perché “Maria certamente esaudirà la richiesta di vocazioni che in tanti le state rivolgendo”, ha detto l’arcivescovo.
“La Chiesa non segue logiche di mercato” ha detto il vescovo di Acerra durante l’adorazione eucaristica rivolgendosi ai “pellegrini che da tutte le parti della nostra bella Chiesa di Acerra sono giunti a Pompei, nella casa di Maria, ad impetrare vocazioni per Acerra, la Campania e tutta la Chiesa. Questa sera siamo tutti raccolti intorno al corpo di Gesù – vescovo, sacerdoti, religiosi, diaconi e fedeli laici – per alternarci e fare rete con tutte le altre Chiese della Campania nel chiedere al Signore il dono di nuovi operai nella sua messe”, ha aggiunto monsignor Di Donna riprendendo e ricambiando il saluto affettuoso di monsignor Caputo.
“Ciò che spinge la Chiesa a chiedere nuove vocazioni di speciale consacrazione – ha ancora affermato il vescovo di Acerra – non sono ragioni di mercato, interesse ed organizzazione, bensì lo stesso sguardo di Gesù, pieno di compassione, sulle folle. Anche noi osserviamo e condividiamo la stanchezza del gregge, la sfinitezza delle persone per le condizioni di vita e ambiente in cui sempre più spesso ai nostri sono costrette a vivere”, ha chiarito Di Donna elencando i tre fattori di una “sproporzione – di cui parla Gesù nel Vangelo, e che ci sarà sempre – rispetto ai bisogni e alle attese della gente, perché sia testimoniato al mondo che la salvezza non viene dai numeri ma dal Signore”.
Innanzitutto, numerica: gli operai, ha detto Di Donna, saranno sempre “scarsi rispetto al campo da coltivare, alla fame della gente”; poi, una sproporzione di capacità: la Chiesa è fatta di “donne e uomini deboli e peccatori” che spesso possono anche offrire una “contro testimonianza” piuttosto che far splendere il Vangelo di Gesù; infine, una sproporzione di mezzi e strumenti: “Noi siamo mandati come pecore in mezzo ai lupi, e guai a cedere alla tentazione di dotarci di mezzi potenti e sofisticati per lavorare nella vigna – ha ammonito Di Donna – perché Gesù pasce gli agnelli e non i lupi”.
Dunque, la preghiera per implorare il padrone affinché mandi operai nella sua messe, un “dono da chiedere” perché “non è il mercato la logica della Chiesa che non è un’azienda. Perciò, “la pastorale, ogni strategia, vengono dopo la preghiera: gli operai si chiedono e vengono dall’alto”, ha chiarito Di Donna.
Il vescovo di Acerra ha poi spiegato che “vocazione significa essere chiamati, cioè perdonati, amati e scelti”, e che “nella fede il verbo passivo precede sempre quello attivo”, per cui “tutto è opera di Dio, non nostra”, e “tutto si spiega nel suo mistero: ecco il motivo più autentico della preghiera unitaria di tutta la Chiesa di Acerra a Pompei questa sera”, ha aggiunto il presule.
Di Donna ha poi allargato l’orizzonte oltre le vocazioni di speciale consacrazione, con la preghiera che “ogni uomo e donna, ogni giovane possa crescere rispondendo alla propria chiamata, qualunque essa sia, e fare nella vita quello che sente più appropriato per se’, facendo fruttificare i propri talenti nel lavoro, nella famiglia e nei diversi ambienti di vita, al di là dei condizionamenti dell’ambiente che lo circonda. Possa ognuno realizzarsi secondo la chiamata propria e non ripiegare su altro perché costretto dalle condizioni sociali, politiche, economiche e culturali che lo imprigionano. I giovani, in particolare, non siano costretti a fare nella vita altro rispetto a quello a cui sono stati chiamati”, ha esortato il vescovo ricordando gli “undici seminaristi” della nostra diocesi, ma anche gli “altri”, che magari sentono una chiamata: “Si creino le condizioni favorevoli per il fiorire delle vocazioni autentiche”, è l’appello accorato del vescovo di Acerra a famiglie e parrocchie della nostra Chiesa perché sia favorito “il silenzio del cuore, della meditazione e della riflessione, a partire dalla testimonianza del vescovo e dei suoi preti, dai religiosi”.
Queste condizioni sono indispensabili, secondo Di Donna, anche perché nascano “vocazioni belle per la famiglia, per la cura degli ammalati, per l’impegno sociale, per la salvaguardia del creato, per la cura della terra: ci siano tanti innamorati che coltivano i nostri campi non per costrizione ma per sviluppare il nostro territorio secondo la sua antica vocazione agricola contrastando lo sviluppo scellerato degli ultimi decenni”, è l’auspicio del vescovo.
Infine, un pensiero ai “già chiamati. Siate grati ai vostri parroci, sacerdoti, religiosi e diaconi, per il servizio che vi rendono”, ha detto Di Donna rivolgendosi alla folla di fedeli, con la preghiera che “essi non perdano l’entusiasmo del primo amore”, secondo l’insegnamento di Sant’Alfonso per il quale vanno costantemente invocate “la grazia della vocazione e la grazia della perseveranza nella vocazione”.
Prima di terminare l’adorazione eucaristica, monsignor Di Donna – “sottovoce”, ma convinto – ha chiesto, “come padre e pastore di questa famiglia, la preghiera potente ed efficace di tutta la Chiesa di Acerra per qualche fratello in discernimento e qualche altro in difficoltà”, implorando “la Vergine di Pompei” affinché “ci accompagni e ci ottenga ciò per cui stasera stiamo pregando”.