Il Vangelo di oggi ci racconta dell’incontro tra le due mamme visitate da Dio, il loro incontro è un inno di lode, la gioia dell’una viene condivisa dall’altra, insieme lodano il Signore per ciò che ha fatto.
Maria ha ricevuto l’annuncio che ha turbato la sua vita, sarà la madre del Figlio dell’Altissimo, ha voluto sapere come sarà possibile, l’angelo le ha parlato anche di Elisabetta che è al sesto mese per lei che tutti dicevano sterile (cf Lc 1,26-37).
Proprio in quei giorni «si alzò e andò in fretta…». Ha saputo che la cugina è incinta, non esita, va da lei. Non sta lì ferma, chiusa nel suo stupore, a compiacersi per aver trovato grazia presso Dio. Ha detto a Gabriele: «Ecco la serva del Signore» e sa che il servizio passa nella vita quotidiana, nello stare accanto a chi ha bisogno.
Elisabetta all’arrivo di Maria sperimenta una gioia unica che scende nel profondo delle sue viscere: «appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» – esclama. È una gioia incontenibile e la esprime con una benedizione: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!». Parole che da quel giorno ripetiamo anche noi per dire la gioia che ci porta Maria.
Anche oggi, Maria si alza e in fretta viene verso noi, raggiunge le nostre case, si prende cura di noi, ci porta il suo Figlio Gesù, ci avvicina a lui, ci parla e ci dona il suo amore, così come ha fatto quel giorno a casa della cugina. Come Elisabetta, anche noi possiamo sperimentare quel sussulto di gioia. La Chiesa, come Maria, ci dona Gesù nell’Eucaristia: lo Spirito Santo, come è sceso su Maria, come ha colmato Elisabetta, oggi scende sul pane e sul vino e lo trasforma nel Corpo e Sangue di Gesù. Riusciamo ancora a sussultare di gioia quando sotto i nostri occhi si ripresenta il più grande dei prodigi, quando ci viene dato il più prezioso dei doni?
Per questo Natale ormai vicino, i regali che ci scambiamo siano un piccolo segno del Dono più bello, il solo che fa sussultare tutti di gioia. Impariamo da Maria a saper metterci sempre in movimento verso gli altri, a condividere la gioia della presenza del Signore nella nostra vita, a portare Gesù nelle case che visitiamo, ad essere attenti alle necessità di chi ci sta accanto, a saper riconoscere ciò che Dio fa nella nostra vita. Da Elisabetta impariamo a vedere le meraviglie che il Signore compie nella vita delle persone, a saper apprezzare il bene che fanno, a riconoscere la presenza di Gesù in loro, a stupirci davanti alla bellezza del creato, ad avere veramente a cuore la custodia della Casa comune. Impariamo a condividere la gioia e ad esprimerla benedicendo coloro che la portano. «Quando Dio ci viene incontro muove le nostre viscere, mette in movimento quello che siamo fino a trasformare la nostra vita in lode e benedizione» – dice Papa Francesco.
Quando siamo visitati da Dio, quando il suo amore riempie la nostra vita, siamo messi in movimento, abbiamo a cuore il bene degli altri, spendiamo e gustiamo la vita fino in fondo.
Nel Natale celebriamo l’incarnazione di Dio, la sua vicinanza all’uomo, continuiamo a prepararci, pronti a sussultare di gioia ad ogni segno della sua presenza in mezzo a noi.
don Alfonso Lettieri