Questa solennità che celebriamo in pieno Avvento, ci fa contemplare in Maria, perfettamente realizzato, il dono che noi tutti abbiamo ricevuto: quello di essere «santi e immacolati» (II lettura). Per Maria questo si è realizzato fin dal primo istante del suo concepimento, «in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano» (Ineffabilis Deus), non è mai stata sfiorata dal peccato! Alcuni anni fa, in una canzone, si alludeva al fatto che felicità e peccati stanno insieme: siamo felici, facciamo un mucchio di peccati. È la tentazione che ha fatto cadere l’umanità: ad Eva che ricordava il comando di Dio (cf Gen 3,3), il serpente risponde: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio» (Gen 3,4-5). Maria, invece, con la sua vita ci dice che possiamo essere veramente felici, pieni della gioia di Dio solo lontani dal peccato. Anzi, il peccato è totalmente estraneo al disegno originario di Dio, tanto che per “rimediare” al peccato, per salvarci, Gesù l’ha preso su di sé e l’ha inchiodato alla croce (cf 1Pt 2,24).
Anche Dio ha voluto una madre, ha voluto sperimentare la gioia di essere perfettamente amato, pensato instancabilmente, trovare sempre un rifugio sicuro, avere la certezza di essere ascoltato, così l’ha scelta prima della creazione del mondo (cf Ef 3,4) e in lei si è preparato un posto sicuro per venire ad abitare in mezzo a noi (cf Gv 1,14).
La bellezza delle feste di Maria, che celebrano la grandezza di ciò che il Signore ha fatto in lei, è che più contempliamo la sua bellezza, la sua perfetta santità e più la sentiamo vicina a noi. Maria è immacolata, ma non si allontana mai da noi peccatori, è refugium peccatorum, ci invita a confidare sempre nell’infinita misericordia di Dio (mater misericordiae) che sempre ci viene a cercare. «Dove sei?» – ha chiesto Dio ad Adamo, “dove sei” chiede a ciascuno di noi oggi ed è pronto a ristabilire l’amicizia con noi, pronto a far sovrabbondare la grazia, dove abbonda il peccato (cf Rm 5,20).
Il Vangelo ci mostra l’umiltà e la familiarità di Maria nel dialogare [pregare] con Dio. Alle parole dell’angelo resta turbata, vuole comprenderne il senso, come può in lei realizzarsi quella parola. La parola invita sempre ad andare oltre, ci chiama alle grandi altezze di Dio. «Lo Spirito Santo scenderà su di te» – le dice l’angelo. È lo Spirito che come in Maria, anche in noi ci aiuta a vivere la parola ascoltata. Impariamo dalla Vergine Santa a dialogare con Dio, a pregare; davanti alla grandezza della parola, cerchiamo di capire in che modo la possiamo mettere in pratica nonostante la nostra piccolezza, le nostre deboli forze. Come con Maria anche con noi Dio vuole entrare nella storia del mondo, vuole incarnarsi nelle pieghe della nostra vita quotidiana e portare a tutti, anche attraverso noi la sua salvezza.
Diamo a Dio, come Maria la nostra totale disponibilità, certi di non essere mai delusi: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
don Alfonso Lettieri