Oggi la Chiesa ci fa celebrare in una sola festa tutti i santi, quelli molto conosciuti, quelli meno conosciuti e quelli che conosciamo solo noi. È una festa molto importante, ci ricorda non solo qual è la nostra destinazione, il paradiso, ma qual è il modo di vivere la nostra vita: da santi. «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! – ci dice san Giovanni – Noi fin d’ora siamo figli di Dio». La santità, infatti, è un dono che Dio ci ha fatto, abbiamo ricevuto lo Spirito di santità il giorno del battesimo. Quindi non è una conquista la santità, ma un dono da vivere giorno per giorno, infatti, «il Signore ha scelto ciascuno di noi “per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità” (Ef 1,4)» (Gaudete et exsultate 2).
Questa festa ci ricorda, quindi, il dono che abbiamo ricevuto e ci incoraggia a viverlo, ci dice che come altri nostri fratelli e sorelle hanno vissuto la santità e adesso sono in paradiso al cospetto di Dio – «Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide» (I lettura) –, anche noi con il loro aiuto possiamo vivere una vita santa. «Siamo “circondati da una moltitudine di testimoni” (Eb 12,1) che ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta» (Ib., 3). Non sono lontani da noi, irraggiungibili, sono uomini e donne con i loro doni e i loro limiti, ma che si sono fidati di Dio fino in fondo, alcuni fino a dare la vita (i martiri).
«Non pensiamo – dice il Papa – solo a quelli già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio» (Ib., 6) e parla della “santità della porta a accanto”: «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere» (Ib 7).
Oggi ricordiamo anche i santi che abbiamo conosciuto personalmente; sicuramente il nostro pensiero va subito ai nostri genitori, alla loro fede, al loro amore per noi, ai loro sacrifici, pensiamo a qualche nostro amico, a coloro che ci hanno dato buona testimonianza di fede e di amore. E ringraziamo Dio.
Nel Vangelo delle beatitudini Gesù parla dei santi, della via da percorrere, «In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita» (Ib., 63).
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando non poniamo la sicurezza della nostra vita nelle ricchezze, ma sappiamo affidarci veramente a Dio, quando sappiamo usare i beni terreni e non attacchiamo il cuore ad essi, quando sappiamo condividere ciò che abbiamo. «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando anche il dolore degli altri lo facciamo nostro, quando sappiamo piangere con chi piange, quando crediamo «che la vita ha senso nel soccorrere un altro nel suo dolore, nel comprendere l’angoscia altrui, nel dare sollievo agli altri» (Ib., 76). «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando, come Gesù, affrontiamo ogni cosa, anche le avversità, con mitezza, con pazienza e umiltà. «Beati i miti, perché avranno in eredità la terra».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando siamo giusti nelle nostre decisioni, quando ci impegniamo a favorire la giustizia per i più deboli e poveri. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando perdoniamo le offese ricevute, quando agiamo con misericordia e non pensiamo alla vendetta. «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando amiamo Dio e il prossimo, quando evitiamo ogni ipocrisia e falsità, ogni inganno, i discorsi insensati (cf Sap 1,5) e tutto ciò che può sporcare il nostro cuore. «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando operiamo per la pace, la cerchiamo senza stancarci e siamo disposti anche a pagare qualcosa di persona. «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio».
Viviamo la santità e siamo veramente felici quando niente e nessuno ci può far desistere dal vivere il Vangelo, nemmeno le contrarietà che subiamo. «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli».
La santità è la vita felice e piena che tutti desideriamo e che Dio ci dona. Viviamo la santità che abbiamo ricevuto in dono, chiediamo l’intercessione di questi nostri fratelli e sorelle che stanno già in paradiso.
Maria, Regina di tutti i santi, sostenga il nostro cammino.
don Alfonso Lettieri