È lecito a un marito ripudiare la propria moglie? È la domanda che i farisei pongono a Gesù per metterlo alla prova.
Oggi circolano domande simili non solo sul matrimonio, ma anche sull’inizio e la fine della vita: si può abortire? Si può fare l’eutanasia e il suicidio assistito?
La spirito (logica) che muove le domande dei farisei non tiene conto delle persone e applica rigidamente la legge senza nemmeno considerare i principi che la giustificano.
Gesù non si mette a discutere di ciò che è lecito e ciò che non lo è, ma aiuta i suoi interlocutori a capire come si è arrivati al ripudio – «Per la durezza del vostro cuore egli [Mosè] scrisse per voi questa norma» -, li riporta alle origini, dove lo spirito che ha mosso Dio a creare l’uomo maschio e femmina, è uno spirito di amore, di dono reciproco, di comunione fino a diventare una cosa sola, fino ad essere l’uno per l’altra. Riportandoci all’inizio della creazione Gesù ci fa contemplare la tenerezza di Dio che è tutto per l’uomo, infatti per lui crea ogni cosa e gli fa un aiuto che «gli corrisponda» (Gen 2,18); il Suo disegno è per la felicità e libertà dell’uomo: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Quel disegno è stato stravolto dalla durezza del cuore dell’uomo che tutto ha “impacchettato” freddamente in norme, divieti e permessi, si è fermato alla lettera e ha dimenticato lo spirito.
Dice san Paolo: «La lettera uccide, lo Spirito invece dà vita» (2Cor 3,6). Infatti Gesù, a differenza dei farisei, si preoccupa di essere fedele allo spirito della legge e prende le distanze da un’applicazione letterale (esteriore) che porta a non avere misericordia, a condannare senza pietà.
Il Signore guarda il cuore dell’uomo, non solo ciò che fa, ma ciò che è (cf 1Sam 16,7), sa che siamo deboli, che non sempre riusciamo a vivere i suoi doni come Lui li ha pensati per noi, sa che le nostre relazioni, anche quella con Lui, risentono della fragilità umana. Sa tutto questo perciò continua ad accompagnarci, ci dona la sua misericordia, ci dona il Suo Spirito che entra nel nostro cuore, lo purifica e ne vince la durezza: è questo che da peccatori ci rende giusti, è questo che ci fa osservare la legge fondamentale, quella dell’amore. Ciò che converte il cuore non è la freddezza della legge e la punizione, ma il perdono e la fiducia che ci viene donata nonostante il nostro peccato (cf Gv 21,15-19).
Quale logica abita la nostra vita, muove i nostri passi, illumina le nostre parole?
Ha senso agire partendo sempre e solo da ciò che è lecito o ciò che non lo è?
Impariamo da Gesù, per lui l’agire dei cristiani ha solo una legge, quella dell’amore. Le altre, se ci sono, sono solo aiuti per vivere questa.
don Alfonso Lettieri