Il convegno della Chiesa di Acerra, dal 13 al 15 settembre, si è svolto nel mezzo della Visita pastorale che da marzo scorso il vescovo Antonio Di Donna sta compiendo nelle parrocchie della diocesi.
Per tre giorni – oggi in Cattedrale e domenica al Teatro Italia – l’intera comunità ha vissuto quello che il vescovo definisce un momento di «festa, incontro e condivisione fra le componenti ecclesiali».
Il 2019 segna il traguardo della trentanovesima edizione: ai primi anni del suo ministero episcopale, infatti, il compianto vescovo Antonio Riboldi diede vita al primo Convegno diocesano, esperienza di fraternità e comunione per camminare nello stile sinodale che è cresciuta nel tempo.
E in preparazione al quarantesimo, che cadrà nel 2020, monsignor Di Donna ha messo al centro quest’anno il tema “Giovani e santità”, una sfida per la quale ha chiamato la diocesi a riflettere e condividere esperienze. Continuamente infatti il presule affida proprio ai giovani il compito di «cercare il Signore», perché la fede è un «incontro», afferma. Egli stesso si fa loro compagno di viaggio ogni anno prima ad Assisi per gli esercizi spirituali, e poi in Trentino durante l’estate: due appuntamenti fortemente voluti da monsignor Di Donna, che nel 2018 li ha accompagnati “per mille strade” verso il Sinodo dei vescovi.
Aprendo i lavori venerdì in Cattedrale, monsignor Arturo Aiello ha parlato all’assemblea della cura dei giovani a partire dall’Esortazione apostolica Christus vivit, scritta e inviata da papa Francesco a tutte le chiese del mondo proprio dopo il Sinodo. Al termine dell’intervento del vescovo di Avellino, l’Ufficio diocesano di pastorale giovanile ha animato il dibattito.
Sabato mattina sono state presentate le vite di alcuni santi giovani alla luce dell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate. Mariagrazia Magrini, vice postulatrice, ha raccontato in particolare la storia della serva di Dio Rossella Petrellese, giovane laica di Acerra morta 25 anni fa. Con il vescovo Giovanni Rinaldi, oggi emerito, nel 2009 si è aperto in diocesi il processo per la Causa di canonizzazione e il suo corpo è stato traslato in Cattedrale. La Causa è ora in Vaticano. Ed è proprio al convegno diocesano del 1992, due anni prima di morire, che Rossella, sofferente dalla nascita e sull’orlo della disperazione, incontra il dolore di Cristo che ne illumina il calvario e restituisce senso alla sua vita. I volti dei «santi della porta accanto» hanno incrociato lo sguardo dei 500 partecipanti attraverso una mostra itinerante di giovani testimoni della fede.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo «tutti insieme», e accogliendo l’invito del Papa ad una «riflessione sui giovani e per i giovani» che «interpella e stimola» ciascuno, monsignor Di Donna ha chiesto «a tutti, in particolare ai giovani e ai loro referenti, ai Consigli parrocchiali e diocesano», di lavorare in «gruppi di studio e approfondimento».
Ieri sera presso il Teatro Italia, le conclusioni del vescovo e il concerto della Sanitansamble – orchestra giovanile nata a Napoli all’interno di un progetto decennale dell’omonima associazione per contrastare le povertà educative di bambini e ragazzi del Rione Sanità, e sostenuto da L’Altra Napoli Onlus, Fondazione San Gennaro e Dream Up by BNP Paribas – hanno chiuso il convegno.
Durante i tre giorni, un miniconvegno ha raccontato la gioia della santità ai ragazzi, con una visita speciale presso il museo che la diocesi ha dedicato al santo patrono Alfonso Maria de’ Liguori, inaugurato nel 2018 da monsignor Di Donna nell’episcopio di Arienzo, dove il santo risiedeva da vescovo di Sant’Agata de’ Goti.