Celebriamo la II “Domenica della Parola di Dio”, istituita dal Papa con l’auspicio che possa «far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture» (Aperuit illis n. 15). Questa familiarità cresce ascoltando la Scrittura nella liturgia, nella preghiera, nella riflessione personale, dedicando del tempo a conoscerla meglio perché se non conosciamo la Scrittura, non conosciamo Gesù (cf San Girolamo). Infatti, dice il Papa: «La Bibbia, in quanto Sacra Scrittura, parla di Cristo… Non una sola parte, ma tutte le Scritture parlano di Lui. La sua morte e risurrezione sono indecifrabili senza di esse» (Aperuit illis 7). San Giovanni Crisostomo con disappunto affermava: «Se chiedi ai cristiani chi sono Amos e Abdia, quanti sono gli apostoli o i profeti, essi non sanno rispondere. Ma se chiedi di cavalli e di cocchieri, essi rispondono con più eloquenza dei retori». La Scrittura è lampada ai nostri passi, illumina il nostro cammino (cf Sal 119,105) e tutti abbiamo bisogno della sua luce in questo tempo di paura e angoscia a causa della pandemia.
Delle tante parole che ascoltiamo ogni giorno, quante riescono ad illuminarci, a darci speranza? «Oggi – dice Mons. Russo, segretario della CEI – abbiamo bisogno di parole di speranza, che ci consentano di restare con i piedi per terra ma con lo sguardo rivolto al futuro. Queste parole sono custodite dalla Sacra Scrittura che, mentre dà voce al dolore dell’orante, gli assicura quella consolazione del Signore che apre il cuore ad un futuro di solida speranza» (dal Sussidio per la “Domenica della Parola”).
Marco ci presenta Gesù che proclama «il vangelo di Dio», annuncia che il tempo è compiuto, è finita l’attesa, «il regno di Dio è vicino». Il Signore ci chiede di credere nel Vangelo, nella buona notizia dell’infinito amore di Dio per noi; ci invita a convertirci, a stare sempre con Lui, a riconoscerlo come Padre e vivere come suoi figli e fratelli tra noi (cf Mt 23,8). In Gesù la salvezza è offerta gratuitamente a tutti, a partire dai peccatori (cf Mt 9,11-12). Dio non ci salva perché ci siamo convertiti, siamo bravi e ci dà il premio, ma possiamo convertirci perché Dio ci usa misericordia. Dice S. Paolo: «Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8). E San Giovanni: «Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo» (1Gv 4,19): il primo passo lo fa Lui, noi rispondiamo al Suo amore, quindi, l’invito alla conversione è invito a vivere in questo amore che libera dal peccato, che dona gioia alla nostra vita (cf Gv 15,5ss). Ecco il Vangelo!
In quest’opera di annuncio Gesù chiama degli uomini a seguirlo, a stare con lui perché con la loro vita possano far sperimentare la gratuità del suo amore agli altri (cf Mc 16,15). Chiama dei pescatori mentre lavorano e ancora oggi egli entra nella nostra quotidianità fatta di lavoro e sudore, gioie e preoccupazioni, ci incontra lì dove stiamo, ci chiama lì dove viviamo. E la sua presenza fa del nostro tempo un kairos, un “tempo favorevole” per la salvezza, così che tutto della nostra quotidianità assume un senso e nulla va perduto, tutto concorre al bene (cf Rm 8,28).
«Subito lasciarono le reti e lo seguirono», non hanno esitato, hanno creduto che questo maestro potesse riempire in abbondanza le “reti” della loro vita, non temono di perdere anche ciò che hanno. Dio non limita ma allarga gli orizzonti, non mortifica, ma esalta, infatti, d’ora in poi le loro capacità vanno messe al servizio del Regno di Dio, saranno sì pescatori, ma di uomini; dal lungomare del lago di Galilea, il maestro li porta sul lungomare del mondo, lasciano le loro reti e prendono la rete dell’amore che cattura ma non imprigiona, «tira sulla barca non per portare a riva, ma per far prendere il largo!»[1].
Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo, a convertirci ad una vita piena di senso, ad avere uno sguardo aperto, ad essere suoi veri discepoli. Il tempo si è fatto breve, non possiamo rinviare la risposta, il bene non va mai rinviato, oggi posso vivere in pienezza.
La Vergine Maria, ci aiuti a rispondere alla chiamata, ci renda sempre più coraggiosi «pescatori di uomini» con la testimonianza della nostra vita.
don Alfonso Lettieri
[1] A. LETTIERI, Il Vangelo raccontato da chi non ti aspetti, ELLEDICI, Torino 2019, 93.