Siamo nella II settimana di Avvento, nelle due domeniche siamo stati invitati a vegliare, a preparare la via al Signore che viene, a raddrizzare i suoi sentieri. Oggi la Chiesa mette sul nostro cammino Maria Immacolata. In Lei risalta la piena gratuità dell’amore di Dio, infatti, fin «nel primo istante della sua concezione… in vista dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale» (Pio IX, Ineffabilis Deus – 8 dicembre 1854). San Paolo sottolinea questa gratuità: in Gesù siamo stati «scelti prima della creazione del mondo», non esisteva nulla e Dio già ci amava «predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo». In Maria contempliamo anche la piena libertà della creatura che accoglie Dio senza riserve nella propria vita, infatti, non ha opposto resistenza, ha voluto solo sapere come fare per mettersi pienamente a servizio di Dio: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». E alle parole dell’angelo non ha avuto dubbi, ha accolto Dio nella sua vita: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». In questo momento è cambiata la storia del mondo, l’uomo è rialzato dalla sua caduta (cf I lettura), «la gioia che Eva ci tolse ci rendi nel tuo Figlio» – canta la Liturgia. Con l’“Eccomi”in Maria è vinta la morte, viene ridonata la pace, aperto agli uomini il paradiso, perciò è chiamata «porta del cielo». Il suo “Sì” dona Dio al mondo (attraverso Lei Gesù entra nel mondo) e nello stesso tempo il mondo intero riceve da Dio una Madre premurosa, attenta ai suoi figli, alle loro necessità (cf Gv 2,2). Madre di Dio e Madre nostra, ci insegna la familiarità con Dio, la confidenza che dobbiamo avere come figli, il dialogo nella preghiera.
Questa solennità ci fa contemplare in Maria, realizzato in modo perfetto, ciò che anche noi abbiamo ricevuto, Lei lo ha avuto dal primo istante del suo concepimento, noi invece dal giorno del battesimo: come Lei siamo scelti per essere santi e immacolati di fronte a Dio nella carità (cf II lettura).
Maria è la nostra compagna dell’Avvento, è la donna dell’attesa, da Lei impariamo a fare spazio al suo Figlio in noi; impariamo a dire il nostro sì ogni giorno, come Lei lo ha detto dalla stalla di Betlemme, quando per culla il Figlio dell’Altissimo aveva una mangiatoia, fino al Calvario, quando il Re dei Giudei aveva come trono il freddo legno della croce. Non ha mai dubitato della verità delle parole che ha ascoltato dall’angelo a Nazareth, non ha mai dubitato della fedeltà del Signore, ha sempre creduto che «nulla è impossibile a Dio». Perciò ci rivolgiamo a Lei come la più tenera delle Madri e chiediamo il suo sostegno, il suo aiuto: «Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo, rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo»[1]. Amen.
don Alfonso Lettieri
[1] Dall’Inno Ave Maris Stella.