Un telescopio per guardare «le stelle» nella notte della pandemia, e scorgere nel cielo buio dell’emergenza sanitaria i segni luminosi di un «nuovo inizio» e di una «vita diversa».
Un microscopio per ingrandire e far venire alla luce i «germi buoni» che il tempo di chiusura forzata dell’epidemia porta con sé nonostante tutto, e che preparano la «rinascita» se coltivati con «coraggio» e «perseveranza».
Una bussola per orientarsi nel mare agitato di una «tempesta inaspettata» che all’improvviso ci ha scaraventati al largo, disancorando le barche delle nostre vite da un porto di «certezze crollate» e illusioni svanite.
Uno scrigno per custodire una «lezione» preziosa da «non sciupare», ma da incarnare in scelte profetiche capaci di aprire strade inesplorate, eppure da percorrere, non solo nel campo politico, economico e civile, ma anche nella vita della Chiesa.
A questo e molto altro potrebbe essere paragonato il testo che raccoglie gli interventi del vescovo di Acerra – messaggi, omelie, preghiere e catechesi – tenuti durante il tempo di «quarantena» per il diffondersi in tutto il mondo del Covid 19.
Dal 10 marzo al 3 maggio, monsignor Antonio Di Donna, come «pastore a immagine di Gesù risorto», ripercorre il cammino dei due discepoli che «tristi» tornano da Gerusalemme, per «aprire gli occhi» al suo popolo e illuminare con lo sguardo della «fede» questo «tempo sospeso» in cui tutto si è fermato, e giungere con cuore rinnovato nella Emmaus di una «lenta» e necessaria «ripartenza» verso la normalità.
Nel testo sono riportate le riflessioni del vescovo Antonio dall’inizio della chiusura ai primi passi di un «prudente» ritorno alle occupazioni quotidiane: dal messaggio iniziale, alle catechesi in preparazione alla cosiddetta fase due. Al centro, le celebrazioni e le catechesi sulla Settimana santa in preparazione al Triduo pasquale, il cuore della fede cristiana.
In appendice, la meditazione di papa Francesco tenuta durante lo storico momento di preghiera in Piazza san Pietro la sera del 27 marzo, e l’omelia di padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, pronunciata durante la Celebrazione della Passione del Signore presieduta da papa Francesco il 10 aprile nella Basilica di san Pietro in Vaticano.
Infine, la preghiera composta dal vescovo Di Donna per chiedere l’intercessione del patrono della diocesi sant’Alfonso Maria de’ Liguori: nella cappella dell’episcopio di Arienzo, dove visse il grande santo, monsignor Di Donna ha presieduto la Celebrazione eucaristica il 26 aprile; e poi la preghiera ai patroni della città di Acerra, i santi Cuono e Figlio, preparata dall’Ufficio liturgico diocesano per questa «nuova epidemia»: la prima Messa del tempo di emergenza è stata celebrata il 15 marzo nella Chiesa che custodisce la loro memoria.
La ripresa e la trasmissione in diretta streaming delle Celebrazioni eucaristiche presiedute dal vescovo Antonio Di Donna, senza concorso di popolo, è stata realizzata dall’emittente Giornale Tablò; le riprese delle catechesi del vescovo sono state realizzate dall’Ufficio informatico diocesano e mandate in onda sul canale YouTube e la pagina facebook della diocesi.
Antonio Pintauro
Direttore Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Acerra
L’opuscolo è scaricabile integralmente da qui
Tutti i video delle omelie e delle catechesi sono disponibili sul Canale YouTube della Diocesi di Acerra.
Si ringraziano:
Pasquale Sansone e Luigi Buonincontro (Giornate Tablò) per le dirette delle celebrazioni e le foto.