Aggiornamento del 2 maggio 2020
Carissimi,
a seguito della risposta del Ministero dell’Interno al “Quesito in ordine alla celebrazione della cerimonia funebre a seguito dell’emanazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19” e della successiva “Nota complementare” della Segreteria Generale della CEI, qui di seguito allegate e che quasi certamente avete già visionato sul portale CEI, mi premuro di comunicarvi le mie indicazioni per la celebrazione delle Esequie in questo tempo di pandemia, condivise dai Vescovi di alcune diocesi vicine.
Considerando che le esigenti, anche se giuste, prescrizioni ivi richieste («Prima dell’accesso in Chiesa dei partecipanti alle esequie sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termoscanner… Modalità della celebrazione con la Messa … La Chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi… Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria… L’autorità ecclesiastica informi tutti i fedeli sulle disposizioni di sicurezza sopra indicate…») appaiono poco praticabili;
considerando che la Nota CEI ne prevede la possibilità («Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico»)
dispongo che:
- La Celebrazione delle Esequie avvenga nell’area cimiteriale (all’aperto o in luogo idoneo);
- Le Esequie siano celebrate senza la Santa Messa (in attesa delle decisioni del Governo e delle indicazioni della CEI circa la celebrazioni delle Sante Messe feriali e festive);
- La Celebrazione delle Esequie preveda la Liturgia della Parola, la Benedizione, l’Ultima raccomandazione e Commiato.
Comunicherò ai sindaci le indicazioni date a riguardo e, essendo le Esequie un atto non solo religioso, ma anche umano e civile, chiederò loro la cortesia di vigilare sull’ottemperanza delle condizioni richieste (in particolare sul numero dei partecipanti e sulla misurazione della temperatura corporea).
Aggiornamento del 26 marzo 2020
Carissimi presbiteri,
ad integrazione della lettera inviata il 25 marzo Prot. 76/20/V inoltriamo alcune indicazioni, riguardanti le celebrazioni della Settimana Santa, che la Presidenza della CEI ieri pomeriggio ci ha fatto pervenire. Richiamano il Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (vedi allegato alla lettera del 25 marzo).
«Alla luce delle misure restrittive in atto, che riguardano gli assembramenti e i movimenti delle persone, il Decreto della Congregazione stabilisce che i Vescovi e i Presbiteri evitino la concelebrazione e celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo.
Nell’interlocuzione della Segreteria Generale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è rappresentata la necessità che, per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione. Su questa linea l’Autorità governativa ha ribadito l’obbligatorietà che siano rispettate le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica.
Il Decreto chiede che i fedeli siano invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione in diretta dei vari momenti celebrativi e alla valorizzazione di sussidi curati per la preghiera familiare e personale.
I media della CEI – a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu – copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre; il sito https://chiciseparera.chiesacattolica.it, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Liturgico Nazionale e ai contributi condivisi dal territorio, rimane un possibile riferimento anche per la sussidiazione.
Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (Cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis)».
Vi auguro una buona giornata.
Acerra, dalla sede episcopale, 26 marzo 2020
Mons. Antonio Di Donna
Vescovo di Acerra
Aggiornamento del 25 marzo 2020
Carissimi Presbiteri,
vi trasmetto il Decreto della Sacra Congregazione per le Celebrazioni della Settimana Santa “nel difficile tempo che stiamo vivendo a motivo della pandemia di Covid-19” (vedi allegati in basso).
Vi esorto a leggerlo con attenzione e ad attenervi rigorosamente a quanto disposto dalla Congregazione.
Ad integrazione del Decreto, vi comunico, inoltre:
1. Per la Domenica delle Palme non c’è benedizione dei rami né, ovviamente, la loro distribuzione ai fedeli. Lo stesso vale anche per l’acqua benedetta a Pasqua.
2. Per la Messa Crismale, il decreto dà al Vescovo la facoltà di rimandarla a data posteriore. Pertanto, nella nostra Diocesi, essa viene rinviata alla Solennità del Sacro Cuore, giornata di santificazione dei Sacerdoti, il prossimo 19 giugno, a Dio piacendo.
3. Io celebrerò il Triduo pasquale in Cattedrale; le celebrazioni saranno trasmesse in diretta, negli orari che poi saranno comunicati.
4. I parroci, per mantenere vivo il rapporto con i fedeli, celebrano il Triduo Pasquale in parrocchia utilizzando i diversi sistemi di comunicazione.
5. La Diocesi preparerà il Sussidio “In casa per celebrare la Pasqua”, per aiutare i fedeli a pregare, appunto in casa, durante il Triduo pasquale e il giorno di Pasqua.
6. Ho in animo di inviare un videomessaggio a tutti i fedeli della Diocesi per aiutarli a celebrare la Pasqua in questo tempo di emergenza (seguirà comunicato).
7. Si eviti di celebrare Battesimi e Matrimoni; si rinviino anche le celebrazioni delle Cresime e delle “Prime comunioni”.
8. Il Papa, attraverso la Penitenzieria Apostolica concede, nell’attuale situazione di pandemia, l’Indulgenza Plenaria ai fedeli affetti dal morbo, agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi.
9. Richiamo, infine, le Disposizioni vigenti:
– le Chiese restano aperte soltanto per alcune ore del mattino, a beneficio di qualche fedele che vuole confessarsi o raccogliersi in preghiera individuale, nel rispetto delle regole;
– i sacerdoti celebrano la Messa privatamente, senza concorso di popolo e con la Chiesa chiusa;
– sono vietati i riti funebri; si può procedere alla benedizione della salma al cimitero;
– è vietata in parrocchia ogni forma di catechesi; è chiaro che si può fare catechesi utilizzando i vari sistemi telematici di comunicazione;
– il sacerdote può portare la comunione all’ammalato come viatico, nei casi gravi e osservando le norme prudenziali;
– non sono consentite processioni e altre manifestazioni di pietà popolare;
– i religiosi possono celebrare l’Eucarestia nel privato, nella comunità, senza la partecipazione di fedeli e osservando le regole dette innanzi.
Carissimi,
dinanzi al perdurare dell’epidemia, che mette a rischio la salute e la vita spirituale dei nostri fedeli e, di conseguenza, il nostro ministero sacerdotale, desidero rinnovare a tutti voi la mia stima per quanto state operando per il bene della comunità. Vi invito a non scoraggiarvi, mettendo voi stessi, il vostro ministero e il popolo dei fedeli nella mani di Dio, Padre misericordioso. Vi esorto, nel contempo, a intensificare le preghiere e i sacrifici per il popolo di Dio, soprattutto per le famiglie in difficoltà, per gli ammalati e i loro parenti, per i medici e tutto il personale del mondo sanitario. Affidiamo alla bontà misericordiosa di Dio i defunti a causa del virus.
Ho pensato di affidarvi questa bella riflessione di don Antonio Torresin (dal sito www.settimananews.it):
«In questi giorni di emergenza i preti vivono in modo strano e spesso disarticolato il loro ministero. Qualcuno è preso da un’ansia compulsiva di fare qualcosa. Si moltiplicano le messe via web, i messaggi vocali, i gruppi whatsApp che scambiano forsennatamente altri messaggi altri video… mi sembra che tutto questo provochi una cacofonia che manca di misura. Troppe parole, per nascondere silenzi imbarazzanti. Forse i preti si sentono inutili, impotenti, privi del ruolo che prima sembrava (siamo sicuri?) certo. Credo che sia importante trovare una misura tra il desiderio di stare vicini alla gente – sacrosanto – e la capacità di accettare un vuoto, un’impotenza, un tempo “inoperoso”. Solo se si ha la fede per entrare in questo tempo sospeso, in questa mancanza, forse si potranno regalare parole che nascono dal profondo, che sgorgano da un silenzio pieno di ascolto».
Restiamo uniti in comunione di preghiera. L’intercessione della Beata Vergine Maria e dei nostri santi Patroni ci ottenga di ritornare al più presto alla vita ordinaria.
Acerra, dalla sede episcopale, 25 marzo 2020
Mons. Antonio Di Donna
Vescovo di Acerra
Raccomando vivamente di attenervi alle disposizioni vigenti, non dimenticando che esiste anche il rischio di denuncia (come purtroppo è accaduto in alcune diocesi della Campania).
Aggiornamento del 9 marzo 2020
Ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Religiosi, alle Religiose, a tutti i fedeli della Diocesi di Acerra
Carissimi,
siamo tutti a conoscenza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, già in vigore dall’8 marzo c.a., con il quale espressamente si chiede che «vengano sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri» (Art. 2, lettera v). A poche ore di distanza anche la CEI ha emanato un Decreto nel quale si condivide la comune preoccupazione della Chiesa di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese: «rispetto a tale situazione la CEI, – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”». Come giustamente si osserva nello stesso Comunicato CEI «si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli».
In spirito di sincera collaborazione e per il bene comune, che è la salute dei cittadini, dobbiamo assolutamente adempiere quanto segue:
- Non si celebrino messe feriali e festive con concorso di popolo fino al 3 aprile con dispensa dall’obbligo di assolvere il precetto festivo.
- Il sacerdote può celebrare la santa messa senza concorso di popolo. Ciò vale anche per le Chiese degli Istituti religiosi.
- Anche se non vi sono celebrazioni pubbliche, si tengano aperte le Chiese per favorire momenti personali di preghiera rispettando le attenzioni riguardanti la distanza richiesta dai decreti ministeriali.
- Sono tassativamente proibite le messe esequiali; al parroco è consentita la benedizione della salma nel cimitero in occasione della sepoltura e non manchi un breve commento, partendo dalla Parola di Dio. Tutto ciò alla presenza dei soli familiari diretti.
- La celebrazione dei Battesimi, se non è possibile rinviarla, è consentita alla sola presenza dei genitori e dei padrini.
- La celebrazione dei Matrimoni, se non è possibile rinviarla, è consentita alla sola presenza dei genitori e dei testimoni.
- È sempre possibile la celebrazione del Sacramento della Penitenza nella forma individuale, rispettando le attenzioni riguardanti la distanza richiesta dai decreti ministeriali.
- Siano sospese tutte le processioni, le feste, le sagre e altre manifestazioni socio-culturali parrocchiali.
- Si sospenda la visita per la benedizione delle famiglie.
- È possibile, e si consiglia, di visitare i malati gravi per offrire loro conforto spirituale e, se è il caso, l’unzione degli infermi e del Viatico, attenendosi alle modalità consigliate dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute.
In questo tempo intensifichiamo la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio.
Anche se vissuta con sofferenza, consideriamo questa sosta come un’occasione in cui dobbiamo vivere il nostro ministero in modo diverso, dando priorità al conforto dei nostri fedeli disorientati.
La sofferenza di questo tempo si inserisce nel percorso quaresimale avvalorandolo come cammino verso la Pasqua di Resurrezione.
Acerra, dalla sede episcopale, 9 marzo 2020
+ Antonio Di Donna
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Aggiornamento del 5 marzo 2020
Carissimi,
è stato emanato un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19.
«Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo, inoltre, stabilisce – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – la “sospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 1, b).
Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima» (Comunicato CEI del 5 marzo 2020).
Alla luce del Decreto suddetto e del Comunicato della Conferenza Episcopale Italiana si dispone la sospensione delle attività di catechismo ed oratoriali in tutte le parrocchie ed Istituti religiosi della Diocesi fino al 15 marzo p.v.
Per tutte le altre attività che comportano assembramenti di persone, si chiede di attenersi alle indicazione prudenziali del Decreto del Presidente del Consiglio del Ministri e al Comunicato della CEI.
Preghiamo la Vergine Maria, S. Alfonso e i Santi Cuono e Figlio affinché questa situazione possa risolversi al più presto.
Acerra, dalla sede episcopale, 5 marzo 2020
Mons. Antonio Di Donna
Vescovo di Acerra
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25 febbraio 2020
Carissimi,
la Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso un comunicato in riferimento al diffondersi del Coronavirus per rispondere alle «richieste relative a linee comuni anche per le nostre comunità ecclesiali» (www.chiesacattolica.it/coronavirus-comunicato-della-presidenza-cei).
Invitiamo a tener conto del comunicato e ad attenersi alle disposizioni che le competenti autorità dello Stato e delle Regioni hanno emanato; in particolare prendere visione di ciò che ha pubblicato il Ministero della Salute circa le norme di igiene da adottare soprattutto nei luoghi chiusi e affollati come chiese, oratori, luoghi di incontro dei fanciulli per il catechismo.
È opportuno nelle celebrazioni evitare di scambiarsi il segno della pace stringendosi la mano e distribuire la Comunione eucaristica a tutti i fedeli sulla mano, secondo le norme liturgiche vigenti.
Siamo invitati «a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura: questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione».
Le comunità sono invitate ad essere vicine con la preghiera a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; a pregare per «medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive».
Chiediamo per tutti l’intercessione della Vergine Maria e di S. Alfonso nostro patrono.
Acerra, dalla sede episcopale, 25 febbraio 2020
Mons. Antonio Di Donna
Vescovo di Acerra