Da tempo ero a conoscenza del desiderio del vescovo, mons. Giovanni Rinaldi, che anche ad Acerra si aprisse una sottosezione dell’Associazione ‘Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi’ a sostegno del mondo della famiglia, soprattutto per le giovani coppie, e dunque è stato un doppio piacere venire con l’ensemble di ‘Un’aureola per due’ a presentare lo spettacolo sulla vita di Maria e Luigi, i primi due coniugi elevati, insieme, agli onori degli altari.Il recital è nato nel 1999 – abitavo allora a Verona – quando dai coniugi Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese di Teramo ricevetti il manoscritto della biografia che stavano dando alle stampe su Maria e Luigi in vista della loro beatificazione che sarebbe avvenuta poi nell’ottobre del 2001; mi chiesero se potevo trasformare quel manoscritto (che avrebbe portato il titolo ‘Un’Aureola per due’) in un recital. Debuttammo nel 2000 a un Convegno familiare della Cei e pensavamo a qualche replica nel giro di alcuni mesi, ed invece eccoci qui a distanza di 11 anni a continuare a riproporre la loro vita (64° replica italiana) che, evidentemente, ha qualcosa di molto particolare e ce ne accorgiamo anche noi ogni volta che andiamo in scena. Abbiamo proposto il recital in cattedrali, teatri, sale civiche, centri culturali, poiché alla famiglia appartengono tutti gli ambiti e al Teatro Italia, a fine spettacolo, alla platea gremita, mons. Rinaldi ha detto esattamente questo: ‘ Quello che mi ha colpito stasera, a parte i tanti momenti di luce’è questa santità laica che investe tutti gli ambiti dell’umano‘. In effetti il novum di questa beatificazione è che con Maria e Luigi è salita agli altari una coppia, è salita la vita umana nella sua interezza: lavoro,politica, la famiglia nella sua dimensione affettiva; sono saliti agli altari l’amore umano, l’innamoramento, la maternità, la paternità, la vita di famiglia con dentro le più diverse vocazioni e tutte degne d’essere vissute, vie diverse per l’unica santità, tasselli dell’unico mosaico che è il corpo di Cristo.Il Recital ripercorre un po’ tutta la vicenda della vita di Maria e Luigi, la vicenda umana, personale e di coppia nella sua dimensione spirituale, intellettuale, professionale, famigliare, ecclesiale; e lo spettacolo stesso, nella sua tessitura è ‘coniugale’ nel senso che coniuga diversi linguaggi artistici: parola-musica-canto offerti da un attore e un’attrice, da una soprano e un tenore, da un quartetto musicale, il tutto espresso in un unicum che a volte viene definito recital, musical o – come amavano definirlo i figli dei Beati – ‘Oratorio’. Al di là della forma – sempre importante comunque – è ciò che si sprigiona che diviene fondamentale: la bellezza dell’amore umano che si eleva via via toccando – per grazia di Dio – i vertici delle virtù eroiche. Mi auguro che quanto mons. Rinaldi ha detto al termine della rappresentazione possa essere trascritto: nelle sue parole ha colto, con passione, i punti focali emersi dal recital. Insieme alle parole del vescovo anche quelle di Enrichetta Beltrame Quattrocchi con la quale ci siamo collegati telefonicamente a Roma a fine serata; sono state parole calde, vibranti, parole di una novantassettente appena uscita da un’operazione chirurgica eppure così piena di vitalità: – Avete visto il Recital, ogni volta che ho potuto anch’io sono tornata a vederlo e sempre è stata una cosa nuova, commovente; sono certa che anche per voi è stato così. Stasera c’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore ed è la neonata sottosezione dell’Associazione ‘Maria e Luigi‘ di Acerra: possa fiorire, dare frutti, nel concreto. Questo è il mio augurio‘. Dopo gli ultimi applausi, una serie di foto in palcoscenico con gli artisti insieme col vescovo Rinaldi, con p.Massimiliano Noviello (‘anima’di questo fermento famigliare attorno ai Beltrame Quattrocchi e che chiama la figlia dei Beati ‘mamma Enrichetta’), ma c’è una foto, un fotogramma che resterà indelebile nei miei occhi ed è il gruppo delle giovani coppie di Acerra che mi sono state presentate come ‘fidanzati e famiglie che sosterranno l’Associazione dedicata a Maria e Luigi’; quando li ho visti lì, pronti per la foto, questi giovani che intendono impegnarsi a fare della loro unione un’avventura come quella di Maria e Luigi, quando ho sentito che intendono porsi al servizio dell’emergenza educativa che investe in pieno anche il mondo famigliare, beh, a quel punto li ho visti ‘splendide gemme’ di una nuova primavera. Siamo venuti ad Acerra contenti di offrire il nostro contributo al Convegno diocesano, siamo ripartiti ‘felici’ perché certi che la serata al Teatro Italia era solo una tappa di un cammino che guarda lontano.