Don Salvatore Petrella compie 90 anni

Messa di ringraziamento in Cattedrale. Il vescovo Antonio Di Donna: «Un punto di riferimento per tanti»

Anche se «la liturgia non deve servire per parlare di uomini, di noi stessi», ciò non toglie che «una vita può servire per annunciare la misericordia di Dio».Monsignor Antonio Di Donna presiede la celebrazione eucaristica di ringraziamento al Signore per il novantesimo compleanno di don Salvatore Petrella, «memoria vivente di Acerra», sottolinea il presule. La sera di sabato 4 maggio in Cattedrale, nella messa della terza domenica di Pasqua, concelebrata dal vescovo emerito monsignor Giovanni Rinaldi e da diversi sacerdoti per onorare l’anziano sacerdote, il vescovo di Acerra spiega «il dono di una lunga vita» con i salmi, quella parola di Dio per la quale «nella vecchiaia daranno ancora frutti». Perciò il presule prega: «esulti sempre il tuo popolo o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito», che rende la Chiesa ancora «capace di annunciare» dopo duemila anni «la vera grande notizia della storia». E se «il Signore Gesù è il vivente ieri, oggi e sempre, anche chi lo segue e lo annuncia, come don Salvatore ha fatto e continuerà a fare con tutta la sua vita, pure a 100 anni rimane sempre giovane nello spirito», afferma il vescovo. Don Salvatore ha avuto una lunga vita, dentro la quale ha ricevuto il dono del sacerdozio. «Quando voi siete nato, io sono stato ordinato prete». Monsignor Di Donna ricorda con piacere e un pizzico di emozione quello che l’anziano sacerdote «mi disse quando ci incontrammo per la prima volta al seminario Capodimonte a Napoli, pochi giorni dopo la mia nomina a vescovo di Acerra nel settembre del 2013».Un lungo ministero quello di don Salvatore: per più di 50 anni in Cattedrale; poi vicario generale, e ancora oggi rettore della chiesa dei santi patroni Cuono e figlio; membro del consiglio presbiterale e del collegio dei consultori».Ma, precisa monsignor Di Donna, egli «è soprattutto un punto di riferimento sicuro per tanti, non solo nella fede come guida spirituale e confessore, bensì anche quale memoria vivente di Acerra».Perciò l’augurio: «caro don Salvatore, stai ancora per molto tempo in mezzo a noi, perché abbiamo bisogno di te», conclude monsignor Di Donna ricordando la «saggezza» del sacerdote, la cui parola «nei nostri incontri chiude il dibattito, perché porta l’esperienza del tempo». Il presule richiama infine – con la profezia di Gioele: «effonderò il mio spirito su ogni uomo, i vostri anziani faranno sogni e i vostri giovani avranno visioni» – il desiderio di papa Francesco: «vorrei un mondo che viva un nuovo abbraccio tra giovani ed anziani». Perché conclude monsignor Di Donna, «per camminare verso il futuro serve il passato, radici profonde che aiutino a vivere il presente e le sue sfide».Prima della benedizione finale, il saluto affettuoso del parroco don Antonio Riccio, successore di don Salvatore in Cattedrale, e il commosso ringraziamento del novantenne sacerdote: «un prete è per sempre», dice mentre le parole sono spezzate dalla commozione, esortando tutti all’unità e alla «comunione» per vivere e testimoniare autenticamente la fede. «Vogliamoci bene e vogliamo bene ai nostri vescovi, che il Signore nella sua infinita bontà ci manda per ogni tempo della storia», è l’appello a vivere l’amore del sempre giovane don Salvatore. 

 
 
 
 

Don Salvatore Petrella nasce ad Acerra il 4 maggio del 1929. Cresciuto in una famiglia cristiana, viene ordinato sacerdote il 20 luglio del 1952, desiderio che aveva manifestato da bambino in un tema a scuola già nel 1939. Fin da subito è chiamato a svolgere il ministero sacerdotale in Cattedrale, dove rimarrà con diversi ruoli per più di cinquant’anni.