Passione educativa, non autoreferenzialità

Pubblichiamo la riflessione del direttore dell’Ufficio diocesano per gli Insegnati di religione cattolica, don Antonio Riccio, a pochi giorni dall’apertura del nuovo anno scolastico e in vista dell’incontro di domani con il vescovo Antonio Di Donna che presenterà loro la Lettera dei vescovi italiani

In quanto direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Acerra, preposto alla cura di un delicatissimo settore della pastorale ecclesiale, cioè l’Insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano, desidero esprimere alcune mie riflessioni all’inizio di questo nuovo Anno Scolastico.

Insegnare oggi, in particolare religione cattolica, nel nostro mondo travolto dai cambiamenti sociali e culturali, è diventato un compito certamente difficilissimo! Per questo ho accolto con piacere, e mi permetto di richiamare qualche punto, l’accorato appello dei vescovi italiani nella Lettera che hanno indirizzato agli Insegnati di religione cattolica in occasione dell’anniversario della Nota pastorale “Insegnare religione cattolica oggi”. Il vescovo Antonio Di Donna presenterà il documento ai docenti e supplenti della diocesi di Acerra mercoledì 27 settembre alle ore 19,00 nella Biblioteca diocesana. Tuttavia, desidero richiamare qualche punto di questa Lettera così bella ed interessante. I vescovi «non cessano di riservare a voi insegnanti grande considerazione, specialmente dopo un periodo di profonda trasformazione legislativa e organizzativa della scuola, e … confermarvi che quello che svolgete è un lavoro prezioso per la scuola, per la società e per la comunità ecclesiale», e «a voi insegnanti di religione – continuano – ci sentiamo di dire una parola di incoraggiamento e di fiducia, perché crediamo nel vostro compito scolastico … avvertiamo la responsabilità di continuare ad assicurarvi il sostegno istituzionale – peraltro sempre perseguito dalla CEI – teso a rafforzare la vostra presenza nella scuola». E quindi l’esortazione: «Rinnoviamo l’invito  a tenere viva la passione educativa e ad accrescere la qualità scolastica e professionale, sia nella fase della prima formazione sia in quella permanente o in servizio, curando inseparabilmente l’acquisizione dei contenuti disciplinari e la competenza umana, pedagogica e spirituale delle dinamiche relazionali e didattiche. A questo scopo, l’idoneità deve essere considerata come il segno di un legame forte con la comunità ecclesiale che conferisce formazione e riconosce valore a tale peculiare servizio educativo». E la precisazione: «Circa il rapporto tra IRC e comunità ecclesiale … uno strumento prezioso di animazione e coordinamento svolgono, in tal senso, i Direttori degli Uffici preposti all’IRC …».La Lettera dei vescovi si presenta dunque da una parte come una forte iniezione di incoraggiamento, e dall’altra come un forte richiamo alle responsabilità. Perciò, in quanto Direttore diocesano dell’Ufficio scuola, richiamo gli ultimi due punti da me citati. Dalle parole dei vescovi italiani emerge un’immagine ideale di docente: tenere viva la passione educativa, accrescere la qualità scolastica e professionale, attraverso una formazione permanente, conservando un legame forte con la comunità ecclesiale che conferisce formazione e riconosce valore a tale peculiare servizio educativo. In particolare mi permetto di far notare che tutta questa idealità si realizza «conservando un legame forte con la comunità ecclesiale … che forma … e riconosce valore a tale servizio educativo». Chiudo pertanto con un augurio: superare la propria autoreferenza che può portare ad una presuntuosa autosufficienza sterile ed inconcludente, riscoprendo la vitalità del sentirci ed essere più forti con e nella comunità ecclesiale. Uniti si vincono le sfide. Da soli si perde! AuguriDon Antonio Riccio